Positiva l'apertura al terzo settore, ma preoccupazione per i tagli di bilancio

Venerdì 13 gennaio 2012

Le Acli bresciane sul piano delle politiche della famiglia e del welfare comunitario del Comune di Brescia

 

In linea generale condividiamo i principi e gli obiettivi del piano “promuovere il benessere sociale delle persone, delle famiglie e della comunità attraverso il governo di un sistema integrato dei servizi sociali” e apprezziamo l’impegno, più volte richiamato, al coinvolgimento attivo delle realtà del terzo settore e del privato sociale.

Sentiamo però la necessità di comprendere meglio e di chiarire le modalità e i luoghi di coinvolgimento nella co-progettazione, sia del terzo settore, ma anche della società civile (come dichiarato nell’incontro di presentazione dello scorso 20 dicembre). Come pure non troviamo esplicitate nel documento le modalità di integrazione delle diverse politiche comunali: “politiche di governo e sviluppo del territorio, dell’istruzione, della formazione, della casa, del lavoro, della cultura e del tempo libero”.

Ci pare importante richiamare la necessità di un’analisi puntuale e aggiornata del contesto sociale e dei bisogni delle famiglie bresciane per potere poi di conseguenza individuare servizi e risposte adeguate ed efficaci. Anche in questo è indispensabile una costante collaborazione tra istituzione, terzo settore e società civile; l’esperienza del segretariato sociale ci pare uno degli strumenti da privilegiare e da sviluppare. 

Non c’è nel piano nessun riferimento specifico ad interventi o azioni per favorire e facilitare l’integrazione delle famiglie immigrate nel tessuto sociale della nostra città. Lo riteniamo un errore vista la significativa presenza  - al 31 agosto 2011 erano residenti  37.863 cittadini stranieri, quasi il 20% della popolazione – e l’evidente bisogno di interventi mirati. 

Infine pur comprendendo le esigenze di equilibrio di bilancio esprimiamo la nostra forte preoccupazione per le informazioni apprese dai media locali in riferimento ai pesanti tagli alla spesa sociale. In un tempo di grande difficoltà – non solo economica - che vede aumentare notevolmente il numero di famiglie scivolate da una situazione di tranquillità a ridosso della soglia di povertà il taglio di 4 milioni di euro rischia di appesantire ulteriormente il tessuto sociale delle nostre comunità e rendere vano e difficilmente attuabile il piano del welfare comunitario.

È necessario quindi conoscere le risorse economiche effettivamente disponibili e fare tutti gli sforzi possibili per distribuire i tagli previsti in altri capitoli di bilancio.

X

Cosa stai cercando?