Padre Sorge e l'attualità di Paolo VI

Giovedì 27 settembre 2012

Da "Il giornale di Brescia" di giovedì 27 settembre 2012

Concesio Padre Sorge e l’attualita` di Paolo VI
Partecipata conferenza a San Vigilio. Il gesuita: «Montini il piu` grande Papa del Novecento»

«Paolo VI è, per me, il più grande Papa del Novecento. Dopo di lui e grazie a lui, tanto è cambiato nella Chiesa, anche se non tutto. Che fine ha fatto il rinnovamento auspicato da Paolo VI e dal Concilio Vaticano II?». Chiamato dalle Acli bresciane a commentare il pensiero di Papa Montini, padre Bartolomeo Sorge non ha tradito le aspettative di chi conosce la verve di questo gesuita, già direttore per dodici anni, dal 1973 al 1985, della rivista «La Civiltà Cattolica».
Quello di giovedì sera, nel teatro parrocchiale di San Vigilio di Concesio, era uno degli incontri più attesi della tredicesima Settimana Montiniana, organizzata dal Comune di Concesio, dalle parrocchie del paese e dall’Istituto Paolo VI per rinnovare la missione di un Papa che ancora oggi, e soprattutto oggi, fa pensare perchè, precisa padre Sorge, «Paolo VI aveva un dono: le cose che scriveva non invecchiano».
A Concesio padre Sorge è stato chiamato per commentare una
frase di Papa Montini, leit motiv di questa tredicesima edizione della Settimana, che cade proprio nel cinquantenario del Concilio Vaticano II: «La Chiesa si fa parola, la Chiesa si fa missione, la Chiesa si fa dialogo e colloquio». Una frase tratta dall’enciclica Ecclesiam suam che «sembra scritta oggi. Stiamo vivendo tempi bui - ha detto padre Sorge - a causa di una grave crisi che sta investendo la Chiesa. Ma questa crisi - ha aggiunto - è l’annuncio di una nuova era cristiana».
Padre Sorge, che ha commentato il pensiero di Paolo VI con un continuo riferimento al testamento spirituale del cardinale Martini, rimprovera alla Chiesa mancanza di coraggio nell’attuare quel rinnovamento auspicato dal Concilio. Ma la Chiesa è fatta di uomini ed è a loro, all’umanità, che padre Sorge si rivolge concludendo la conferenza con la domanda con cui il cardinal Martini termina il suo testamento: «Che cosa puoi fare tu per la Chiesa?».
Salvatore Montillo

 

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