Morti sul lavoro. Utilizzare il tesoretto Inail per un grande piano di formazione nazionale e per incentivi alle imprese virtuose

Giovedì 5 ottobre 2023

Una proposta del Patronato Acli in occasione della 73esima Giornata nazionale delle vittime di incidenti sul lavoro

In occasione della 73esima Giornata nazionale delle vittime di incidenti sul lavoro, che quest'anno si celebra l'8 ottobre, il Patronato Acli di Brescia rilancia la proposta del Patronato nazionale: mettere in campo un grande piano di formazione per la diffusione della cultura della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro utilizzando l’avanzo di gestione dell’Inail.

“Le vittime di incidenti sul lavoro sono un problema grave e irrisolto – commenta Fabio Raggi, direttore del Patronato Acli Bresciala nostra provincia è ai primi posti della triste classifica nazionale, con quasi 30 morti dall’inizio dell’anno ed è tra le prime quattro province lombarde in zona rossa per incidenza di infortuni mortali sul numero di lavoratori in una regione, la Lombardia, maglia nera italiana dove, nei primi sette mesi del 2023 si registra quasi un +8% degli infortuni mortali rispetto allo stesso periodo del 2022”.

Il Patronato ha una proposta specifica, illustrata da Paolo Ricotti, Presidente nazionale del Patronato Acli che rimanda al disavanzo di gestione dichiarato dall’Inail, un tesoretto di oltre 2,5 miliardi di euro. “L’assicurazione sociale nasce proprio per contrastare infortuni e malattie professionali, - ha dichiarato Ricotti - per questo non è possibile che ci siano delle risorse inutilizzate, che per di più crescono di anno in anno e che potrebbero essere usate, oltre che nella gestione ordinaria anche per l’assunzione di personale medico e amministrativo di cui l’istituto ha lamentato più volte la mancanza”.

Analizzando le questioni appare scontato che per ridurre il grande sbilanciamento tra entrate ed uscite si possa intervenire su tre grandi leve:
  • Aumentare le prestazioni verso i lavoratori a partire dall’eliminazione della franchigia che oggi interessa tutti i danni fino al 5%;
  • Aumentare la capacità di spesa dell’Istituto - dobbiamo ricordare che gli importi di spesa relativi al bilancio sono regolamentati dalle norme – magari a partire dalle azioni prevenzionali previste per le aziende, rispetto a quelle attuali.
  • Diminuire i premi assicurativi richiesti alle aziende, che possono apparire come un contributo forzoso, una forma di tassazione nascosta.

A dire il vero, Il Comitato di Indirizzo e Vigilanza dell’Inail, già da anni segnala diverse criticità, fornendo indicazioni sulle possibilità di intervento. Ad oggi, però, tutto sembrerebbe rimasto inascoltato e quindi Inail non può far altro che incamerare risorse.

Inascoltate, anzi, inapplicate o applicate poco e male e soprattutto con pochi controlli, sono le leggi che in Italia, in tema di sicurezza sul lavoro, già esistono, come osserva  Fabrizio Molteni, vice presidente delle Acli provinciali di Brescia: “Paradossalmente nel nostro Paese esiste un impianto legislativo tra i più avanzati al mondo: non servirebbero nuove norme o nuove pene, basterebbe attenersi a quelle ed applicarle. Chi le deve applicare? Ovviamente i datori di lavoro ma anche, e qui serve un salto culturale, i lavoratori stessi che, spesso, per fretta, comodità, abitudine, sottovalutazione, tendono a non rispettare rigidamente le regole. In quest’ottica, tenendo presente che le imprese che funzionano e creano ricchezza sono quelle in cui al centro si mette la persona e il suo benessere, la formazione, a tutti i livelli, è l’elemento cruciale: lo deve comprendere innanzitutto la classe imprenditoriale, a volte presa dalla frenesia del fare senza formare o dalla errata visione della formazione come mero costo, ma anche la classe lavoratrice”.
 
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