Messaggio in occasione della Marcia della Pace Perugia-Assisi

Venerdì 23 settembre 2011

 

Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli
Perugia-Assisi 25 settembre 2011
Progetto Per...corri la pace

Come gruppi, associazioni, movimenti, soggetti istituzionali bresciani che hanno aderito all'invito dei promotori della Marcia della pace Perugia Assisi, proponiamo a ogni partecipante i seguenti interrogativi:

È giusto continuare a spendere 24 miliardi di euro all’anno per le spese militari?

Niente è più inutile di una portaerei, un sommergibile o un cacciabombardiere per proteggere i cittadini dalla criminalità organizzata, dal terrorismo, dalla corruzione, dalla disoccupazione o dall'inquinamento. Crediamo che sia possibile aumentare la sicurezza diminuendo le spese militari e aumentando quelle civili, sociali, educative, culturali e produttive.  Si potrebbe partire dalla cancellazione del programma di acquisto dei 131 cacciabombardieri F-35 (costo complessivo preventivato:14 miliardi di euro). Mentre nel 2010 la spesa militare mondiale raggiungeva i 1.630 miliardi di dollari, con 44 miliardi di dollari si potrebbe sfamare il mondo intero! Meno dell’1% della spesa per le missioni “umanitarie” all’estero è destinato per il sostegno ai civili. Facciamo nostro l'appello del Presidente Pertini: "Si svuotino gli arsenali, strumenti di morte, e si colmino i granai, strumenti di vita". Chiediamo a ciascuno di noi scelte coerenti e adeguate a queste indicazioni e a quei dimenticati “obiettivi del millennio” come pratica quotidiana di rispetto e promozione di dignità e vita. 

Possiamo ancora permetterci di vivere in una città che finge di non vedere e considerare concittadini 40 mila persone su 190 mila (una su cinque)? 

L’integrazione non è una strada a senso unico che deve percorrere solo l’immigrato. È anche un cammino della società che lo accoglie. Difendere i diritti per tutti è chiedere l’apertura di una nuova fase che ponga fine alla logica dello scontro e faccia prevalere le ragioni dell’incontro e del dialogo. La pace è convivenza e confronto con i problemi e i conflitti tra Nord e Sud del mondo, tra oriente e occidente. Se Brescia vuole raggiungere e superare i 200 mila abitanti (come prevede il nuovo Piano di Governo Territoriale), non potrà farlo se non partendo da quella realtà non cancellabile rappresentata dai nuovi cittadini/stranieri, e quindi dall'esigenza di un piano urbanistico che ne raccolga bisogni ma anche potenzialità creatrici di nuovo sviluppo sociale, culturale e produttivo.

Rinchiudere in carcere chi ha sbagliato deve essere una condanna a una vita disumana? 

La situazione carceraria bresciana è fra le peggiori della Lombardia. Canton Mombello è letteralmente invivibile. Le galere sono sempre meno strumenti di rieducazione e sempre più contenitori di disperati ed emarginati. I tanti suicidi e le migliaia di episodi di autolesionismo, mostrano una situazione resa più grave da una legislazione incapace di affrontare il problema. Chiediamo che anche a Brescia si apra una seria riflessione che coinvolga le parti sociali, politiche e educative, partendo dal documento proposto ai due rami del Parlamento da Magistratura Democratica, Associazione Antigone, Ristretti Orizzonti e Coordinamento nazionale dei Garanti dei detenuti.

Com’è possibile pensare a un’educazione alla pace e alla giustizia?

Come ci ricorda il preambolo della Costituzione dell’UNESCO (1945): “Poiché le guerre cominciano nelle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che si devono costruire le difese della Pace", e anche Don Milani citava: “El niño che non estudia non es un buen revolucionario”. Non si fa la pace con i corsi paramilitari offerti ai ragazzi delle scuole superiori, con una “mini naja”. Nonviolenza è la prima delle sette parole-chiave della marcia Perugia-Assisi. Parole chiave per un percorso educativo rivolto ai giovani. Le altre sono: Libertà, Diritti umani, Pace, Giustizia, Speranza e Responsabilità. La mente dei giovani va allenata a coniugare la pace con la giustizia e la solidarietà, il rifiuto della logica delle armi e la nonviolenza. Ci si deve educare a uno stile di vita meno consumista, a una passione al servizio gratuito alla società, alla ricerca della verità e della riconciliazione, allo studio per ricostruire la fiducia reciproca dopo le ferite dei conflitti violenti. Per questo vorremmo che i partecipanti alla marcia, in particolare le giovani generazioni, approfondissero e riflettessero su questi temi.

 

Ed è per questo che il 25 settembre cammineremo da Perugia ad Assisi.

 

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