Le Acli bresciane si smarcano: «Siamo autonome»

Mercoledì 19 dicembre 2012

Da "Il Giornale di Brescia" di mercoledì 19 dicembre 2012

Le Acli bresciane si smarcano: «Siamo autonome»
Ribadita l’indipendenza dalla politica
Rossini: non tiriamo la volata ai partiti

Fanno gola le Acli. Prima delle elezioni vengono tirate per la giacca da candidati alla ricerca di voti. Dal 1969, da quando cioè finì il collateralismo con la Dc, il movimento cerca però di mantenere un equilibrio indipendente. Se poi accade il contrario, se sono le Acli a schierarsi per un candidato, l’equilibrio si rompe. Con tutti i rischi connessi.
Ecco perchè la segreteria bresciana ha deciso di ribadire l’autonomia delle associazioni cristiane dei lavoratori. «Non esiste alcuna forma di collateralismo, non ci coinvolgiamo con alcuna formazione politica o lista elettorale esistente o nascente», scrive in un comunicato in cui le Acli sono definite «plurali, ma autonome».
Un messaggio agli associati e al presidente nazionale, Andrea Olivero, sempre più coinvolto nell’agone politico. Dal 17 novembre scorso, giorno della presentazione del manifesto «Verso la Terza Repubblica», Olivero è diventato un protagonista tra i centristi. Una realtà i cui confini sono ancora da definire, ma che ha in Monti candidato premier un punto fermo. I complimenti a Bersani per la vittoria delle primarie, il sostegno al Professore, la necessità di un patto tra Pd e Monti, la vicinanza a Montezemolo, Riccardi e Casini, l’annuncio di un proprio ingresso in politica: tutte uscite che hanno sbilanciato, nella lettura delle Acli bresciane, e non solo, la figura di Olivero. Il quale ha sì dichiarato di volersi dimettere per potersi candidare (la Repubblica, 12/12/12), ma non ha ancora formalizzato nulla. Internamente, però, la pressione sale.
Proprio oggi Roberto Rossini, leader delle Acli bresciane, è a Roma per una presidenza allargata. Sarà l’occasione per ribadire a Olivero il punto di vista di chi non vuole «tirare la volata a nessun partito», come dice lo stesso Rossini? «Il presidente nazionale ha piena consapevolezza di queste posizioni - dichiara -. Infatti ha già annunciato le dimissioni. In questa fase c’è una sovrapposizione tra i suoi diversi ruoli. Ci può stare per un pò, ma non può diventare duratura».
La preoccupazione di Rossini deriva anche dalle reazioni della base alle dichiarazioni di Olivero. «Vi siete schierati?», chiedono gli associati. La risposta è sì e no: sì per quanto riguarda Olivero, no per quanto riguarda le Acli in generale. L’ambiguità, dunque, non aiuta. «Siamo plurali ma autonome - scrive la segreteria bresciana -. Questo pluralismo non è certamente indistinto: i valori contenuti nel nostro Statuto non si adattano a qualunque scelta politica. (...) Le scelte dei dirigenti e dei soci di candidarsi per specifiche liste non coinvolgono nè la linea politica dell’associazione, nè le sue scelte politiche». Chiaro. Con una punta di critica. «La sovraesposizione mediatica del nostro presidente nazionale - prosegue la nota - può aver ingenerato in qualcuno l’impressione di un collateralismo tra le Acli e la nascente formazione centrista, nonchè un certo disorientamento: le Acli bresciane, concordemente con la linea politica nazionale, ribadiscono invece che non esiste alcuna forma di collateralismo». Stop.
Torna lo slogan coniato da Luigi Bobba quando nel 2002 era presidente nazionale (ora è deputato del Pd): «Autonomamente schierati». «Guardiamo più ai contenuti che ai contenitori», aggiunge Rossini. Nel comunicato non si rinuncia a criticare l’ultimo Berlusconi («Monti ha imposto provvedimenti duri, proporzionati all’incapacità del precedente governo di gestire la fragilità finanziaria dello Stato») e si esprime preoccupazione: «In qualche caso ci pare che non ci sia sufficiente consapevolezza della drammaticità della crisi economica e politica e si "giochi" la partita della politica con una leggerezza e una finta modernità che ci allarmano».
Nomi non se ne fanno. Se non per Monti, la cui azione «ha rappresentato la via più realistica per sostenere un’agenda sociale che richiede impegno costante e puntuale ed è per questo motivo che lo abbiamo accolto con favore». Da tecnico. Da politico è un’altra cosa. Roma è avvisata.

Emanuele Galesi

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