La violenza contro le donne è un problema sistemico e non un’emergenza, una piaga sociale profondamente radicata nella nostra società: il 31,5% delle donne dai 16 ai 70 anni ha subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza: minacce, spintoni, schiaffi, botte, strangolamenti, ustioni, fino alle forme più gravi, esercitate da partner, parenti o amici.
Tra le forme più subdole e meno note della violenza, c’è la violenza economica: comportamenti come il controllo ossessivo delle finanze, il divieto di lavorare, il mancato versamento del mantenimento dopo la separazione, l'appropriazione dei guadagni altrui o il controllo sulle spese creano dipendenza e vulnerabilità e sono riconosciuti come reato in Italia. La mancata emancipazione femminile e la dipendenza familiare sono spesso l’anticipo della violenza di genere e dell’esclusione sociale.
Secondo un report pubblicato da Weworld (organizzazione no profit italiana, che si occupa anche di certificazioni di parità di genere) con Ipsos, una donna su due afferma di aver subito violenza economica almeno una volta nella vita, percentuale che arriva al 67% tra le divorziate o separate. Un dato indicativo, che ci mostra quanto sia necessario fare informazione sulle tematiche relative alla questione di genere .
Il 25 novembre, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza di genere, è un momento simbolico che, ne sono convinte le Acli e il Coordinamento donne, serve purtroppo ancora e sempre di più, per ribadire la condanna di ogni forma di violenza, sia essa fisica ed evidente, sia essa psicologica ed economica nascosta nelle pieghe del quotidiano.