Il paese impari dalla sua storia nel segno della responsabilità

Sabato 9 luglio 2011


Alla tavola rotonda di FestAcli il vivace dibattito sulla memoria alla presenza di Manlio Milani, Agnese Moro e Franco La Torre

La storia ci consegna valori e conquiste da riattualizzare. La storia recente del nostro Paese, ripercorsa in omaggio al 150° dell'Unità nazionale, diventa stimolo alla partecipazione nel segno della corresponsabilità. Un uditorio molto numeroso ha accolto le testimonianze portate ieri alla tavola rotonda di FestAcli sul tema del rapporto degli italiani con la memoria, introdotta dal presidente provinciale dell'associazione Roberto Rossini e condotta da Annachiara Valle.
La strage di piazza Loggia, le uccisioni di Aldo Moro e Pio La Torre riportano a momenti diversi con un denominatore comune: l'attacco alle istituzioni. Il 1974 è stato richiamato come anno di grandi svolte, nazionali e internazionali, nel quadro tracciato da Manlio Milani: un tempo di grande domanda di partecipazione, che riesce a bloccare le spinte eversive di cui però si impedisce il disvelamento. Ne deriverà una diffusa sfiducia nello Stato che avrà tra le sue manifestazioni anche la lotta armata.
«Il vero golpe sarà l'assassinio di Aldo Moro», dice Milani. «Il '78 - ribadisce Agnese Moro, figlia dello statista ucciso dalle Brigate Rosse - è stato l'anno del colpo di Stato che ha tolto il potere ai cittadini. La lotta per una democrazia fondata sulla corresponsabilità ha sempre suscitato grandi reazioni in tutta la storia del nostro Paese. Abbiamo un grande bisogno di ricordare, di ricostruire i fatti di quegli anni mettendo insieme tutte le voci, per poter riprendere una storia che è stata deviata. Le speranze di mio padre sono sempre le nostre e richiamano alla responsabilità».
L'82 è l'anno dell'uccisione di Pio La Torre e della successiva approvazione della legge da lui proposta per il riconoscimento della mafia come organizzazione criminale, con la possibilità di colpirla nei beni accumulati. L'associazione Libera completerà nel '96 il suo disegno con la legge che consente di restituire alle comunità i beni tolti con il crimine. «La mafia si può sconfiggere - dice Franco La Torre -. Quando, dipende da noi. Le mafie si sono radicate in tutta Italia. Controllano il territorio e vogliono controllare il processo decisionale in sede politica».
Guarda in prospettiva, ad un «patriottismo nuovo» il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero che di fronte alle sfide del welfare, dell'immigrazione e del lavoro trova motivo di speranza nelle tante persone ancora animate da spirito di gratuità. Compito delle Acli è «tessere socialità, da cui possa scaturire un disegno politico».
Elisabetta Nicoli

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