E' necessario tornare ad una politica seria

Lunedì 23 maggio 2011

Documento del Consiglio Provinciale Acli
Tornare ad una politica seria

Il voto amministrativo del 15 e 16, che si completerà con i ballottaggi del 29 maggio 2011, ci sollecita alcune riflessioni che vogliamo condividere e che raccogliamo nei seguenti punti.

1. Un voto disincantato
Come consuetudine le elezioni amministrative privilegiano la persona all'ideologia: quando si tratta di individuare la classe dirigente di una città la qualità dei candidati torna decisiva. Negli ultimi anni avevamo invece avvertito una certa politicizzazione, che offriva al centrodestra un significativo vantaggio dovuto ad un'immagine nazionale forte. In questa consultazione rileviamo con soddisfazione un maggiore disincanto da parte dei cittadini, che premiano candidature serie e radicate nonostante i tentativi di politicizzazione.

2. Un'informazione di parte
Ci amareggia il ruolo dell'informazione che, anziché porsi come neutro racconto dei programmi dei candidati, contribuisce ad amplificare alcuni messaggi, trasformando una riflessione sulle città in una rissa elettorale: eppure chi – come a Milano - ha voluto la rissa ne ha pagato le conseguenze. Questo modo di fare politica prosegue con maggiore virulenza anche in questi giorni: affermare ad esempio – sempre a Milano – che la città sarà trasformata in una zingaropoli in caso di vittoria di Pisapia, non ci sembra corrispondere a quell'esigenza di confronto civile e democratico che ci aspetteremmo. Il tentativo di gettare fango pur di vincere è forte ma va rifiutato.

Infine l'uso della televisione, da parte di cariche istituzionali, per fini meramente elettorali ci pare grave: le multe comminate dall'Agcom alla televisione pubblica dimostrano la fondatezza di questa nostra preoccupazione. Purtroppo saranno i cittadini a pagarle concretamente.

3. I partiti appaiono più deboli
Il centrodestra appare indebolito sul piano elettorale, con una Lega Nord che paga una fedeltà a Berlusconi fatta di acquiescenza verso provvedimenti che la Lega delle origini avrebbe certamente respinto con forza. Il cosiddetto Terzo polo appare in tutta la sua fragilità di radicamento e di posizione: non basta stare geograficamente in centro per essere realmente interpreti di una classe media impaurita e indebolita. Il Pd mostra solo a tratti la capacità di intercettare gli scontenti di questa situazione in assenza di un progetto chiaro e comunicabile. In questa condizione non stupisce il rafforzamento di soggetti istituzionalmente e democraticamente deboli come il Movimento 5 stelle, le liste civiche o gli outsider come De Magistris. L'impressione di un pensiero debole è forte. 

4. C'è bisogno di individuare forme per garantire una reale partecipazione civile
Una seconda impressione concerne il clima sociale: sembra di essere alla vigilia di un significativo cambiamento del quadro politico, sia nelle strategie dei diversi attori politici, sia nel sentimento collettivo. Sembra evidente la ricerca di “qualcosa d'altro” che crei spazi di partecipazione politica. La legge elettorale nazionale ha sottratto uno spazio significativo, i tradizionali canali di militanza appaiono inadeguati, tanti partiti tendono a trasformarsi in semplici comitati elettorali, la classe dirigente mostra difficoltà al ricambio: tutto ciò, in un Paese avanzato come l'Italia, non può non avere conseguenze nel tempo. La classe dirigente nazionale deve essere consapevole che occorre tornare a fare politica seriamente su temi che da tempo aspettano una risposta. Ma altrettanto che è necessario sperimentare più forme di partecipazione civile: non ci si può arrogare il diritto di “rappresentare” solo in virtù di meccanismi interni ai partiti. Tra i meccanismi che reputiamo meritevoli di estensione a tutti i soggetti, vi è quello delle primarie per la scelta dei candidati. 

5. Ridare significato al popolarismo
Occorre ascoltare profondamente le aspettative della società civile, certamente oggi più frammentate, ma ancora alla base di un consenso popolare serio e attento al territorio. Con questo ringraziamo i tanti candidati che si sono spesi per mettersi a disposizione del bene comune. Un particolare ringraziamento ai candidati vicini o della nostra associazione che hanno voluto giocarsi per costruire un rapporto tra società civile e istituzioni, in modo leale e aperto al confronto popolare. Ribadiamo che fare seriamente politica è oggi il modo più urgente per fare carità.

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