Articolo Bresciaoggi sul Convegno sulla disabilità

Lunedì 6 dicembre 2010

«Con quali strumenti possiamo rispondere alla condizione della disabilità e alle problematiche delle famiglie?».
Con questo quesito il presidente acli bresciane Roberto Rossini ha aperto ieri il convegno «I diritti dei disabili: facciamoli cadere nella rete!» organizzato dalle acli provinciali di Brescia presso la sede di via Corsica. Nella mattina successiva alla «Giornata internazionale delle persone con disabilità», l'incontro è stato un momento di riflessione e confronto sulla possibilità di «una tutela dei diritti dei disabili realizzata in sinergia». Ad animare l'incontro, cinque rappresentanti di diverse realtà locali.
Si inizia dalla presentazione, a cura della direttrice patronato acli Rita Tagassini, del questionario di indagine sulla disabilità in provincia, che nel 2009 ha raccolto 95 interviste di adulti disabili. L'obiettivo, spiega Tagassini, «è esplorare le dimensioni del disagio adulto, indagando la realtà di chi si rivolge al patronato acli e rilevando problematicità e bisogni emergenti a livello locale. La sfida è realizzare un “welfare dei servizi” che potenzi un sistema di protezione per le persone con disabilità».
Si prosegue con l'intervento di Graziano Fracassi, responsabile informazioni istituzionali e relazioni con il pubblico Inps Brescia, che ha toccato numerosi temi: dall'inabilità e i suoi paradossi all'invalidità civile, dal contenzioso giudiziario alla questione delle verifiche straordinarie. Secondo Fracassi, «siamo in una fase di disagio sociale e la sfida è concludere il 2011 meglio di com'è iniziato il 2010, soprattutto riguardo al rapporto tra invalidità e mercato del lavoro e a come tutelare il disagio sociale senza farlo diventare solo un costo».
Davvero molta la disabilità a Brescia, sostiene la responsabile settore disagio adulto del Comune di Brescia Beatrice Valentini, che spiega in cosa consiste l'impegno dei servizi sociali e qual è la rete delle “unità d'offerta” specifiche per la disabilità: cura personale ed assistenziale, educazione e formazione; interventi di accompagnamento e mediazione. E ancora, progetti personalizzati e sperimentali, oltre a una buona informazione.
Ricorda poi la presidente Anffas (Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) di Brescia Federica Di Cosimo che «la disabilità non è una condizione della persona ma una risultante delle condizioni individuali con gli ambienti in cui la persona vive». Spiegando le finalità che le 181 sedi Anffas italiane perseguono, Di Cosimo riflette su uno scenario che si fa sempre più complesso: 650 milioni i disabili nel mondo, di cui 2 milioni e 700 mila in Italia. Come dunque creare una rete che affronti le problematiche e tuteli i diritti? Secondo Di Cosimo, con «un sistema normativo adeguato e una cultura inclusiva che dia centralità alla persona e alla sua famiglia». Ma «per la concretizzazione della rete, dobbiamo essere tutti disposti a cambiare», dichiara Vincenza Corsini, presidente del consorzio «Tenda», che unisce 20 cooperative sociali attive nella provincia di Brescia Est.B.OR.

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