Voglia di leader. Tentazioni fasciste?

Voglia di leader. Tentazioni fasciste?



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#EDITORIALE

 #EDITORIAL


Politica. Responsabilità e dialogo per il bene comune. 
di Pierangelo Milesi (presidente provinciale Acli)
 
 
Eccoci nella Terza Repubblica. Alle elezioni politiche del 4 marzo i cittadini hanno votato e si sono espressi in modo anche troppo chiaro, cancellando peraltro lo spettro dell’astensionismo contro il quale ci siamo impegnati. I risultati delle votazioni ci dicono di un mutato paradigma politico che in qualche misura era atteso, ma non certo nelle forme e nei modi che ha assunto: il movimento di voti che ha favorito la coalizione di destra (trainata da una Lega ormai nazionale) e che ha consegnato il ruolo di primo partito al Movimento 5 Stelle (con un baricentro spostato verso Sud) ha contemporaneamente relegato il Partito Democratico, rimasto l’unico riferimento di una sinistra possibile, nella condizione di minorità in cui sono state relegate la maggior parte delle forze politiche di sinistra nel Vecchio Continente.
 
Dunque, mentre l’affluenza alle urne ci incoraggia dicendoci che la politica genera ancora passione e partecipazione, almeno nel voto, i risultati delle elezioni hanno confermato una forte volontà di cambiamento nel Paese. I partiti più istituzionali e governativi, nonostante il lavoro effettuato, non sono stati premiati e gli elettori hanno votato soprattutto le liste che hanno promesso di garantire protezione. Da che cosa? In primo luogo dalla precarietà del lavoro e della posizione sociale, dall’insicurezza per il futuro. D’altro canto, molti esprimono il bisogno di una protezione intesa in termini più coattivi nei confronti del percepito dilagare della criminalità, associata immediatamente al fenomeno (per altro in calo) dell’immigrazione. In termini più sofisticati, anche se più apocalittici, la paura di un mutamento del nostro paradigma culturale a seguito dell’invasione da parte di un Islam agguerrito e sicuro di sè.
 
Ora la palla passa alle forze politiche e al Parlamento, che aiutate dalla saggezza del Capo dello Stato, confidiamo sappiano esprimere responsabilità e capacità di dialogo per il bene comune. La situazione è complessa e richiede uno sforzo di intelligenza, di libertà e soprattutto la capacità di leggere il mutato contesto con uno sguardo nuovo e di prospettiva.
 
Vale anche per le Acli e in genere per i corpi intermedi (esclusi trasversalmente nelle loro rappresentanze dalle liste elettorali costruite da partiti resisi impermeabili alle forze organizzate della società civile), pena la dissolvenza nell’irrilevanza politica, se non per la gestione di alcuni spazi di welfare territoriale. Nel Discorso di Firenze, Papa Francesco invitava la Chiesa italiana ad “immergersi nell’ampio dialogo sociale e politico”
 
Non è tempo di stare al balcone, occorre umiltà per leggere i bisogni e non avere timore di sporcarsi le mani. Compito delle Acli è formare coscienze critiche, educare alla politica e alla cura dei legami sociali, per prendersi in carico le persone e le famiglie fragili nella prospettiva della fraternità come paradigma politico. Nessuno si deve sentire solo, abbandonato, dimenticato di fronte a un problema. È la comunità che si deve far carico dei più deboli. Parafrasando don Milani, sortirne insieme è la politica.

Innanzitutto partendo dal lavoro, che la Costituzione riconosce a fondamento del nostro convivere. Abbiamo il dovere di studiare le questioni, proporre soluzioni e favorire l'incontro e il dialogo per la costruzione di un grande patto per il lavoro. Un patto che deve essere prima di tutto intergenerazionale, allo scopo di promuovere il lavoro degno, non sfruttato e degradato, ragionevolmente retribuito e stabile. Una questione che deve riguardare certamente lo Stato e la politica, ma anche le comunità, le famiglie, le imprese, le associazioni, la Chiesa. Ci sostiene una convinzione profonda: l’Italia ha tutte le qualità per fare questo nuovo lavoro. E Brescia può essere un buon cantiere. 

Buona Pasqua.
 
 
 
 
Tentazioni fasciste
di Daniela Del Ciello
 
Quando il comitato di redazione riunito ha deciso di dedicare questo numero di Battaglie Sociali alle “tentazioni fasciste” che scorrono nelle vene europee di questi tempi, le elezioni in Italia dovevano ancora celebrarsi.
È importante per noi precisare questo, affinché nessuno legga il titolo in copertina come un giudizio sugli esiti delle urne.
Sarebbe riduttivo e un po’ severo, come giudizio.
Il movimento che si presentava come dichiaratamente fascista (Casa Pound), nonostante i timori della vigilia lo annunciassero sopra la soglia di sbarramento del 3%, non ha raggiunto l’1%. Fratelli d’Italia, che è meno esplicito, ma che conserva una fiamma tricolore nello stemma, resta sotto il 5%.
La rischiosa ondata fascista che vibrava nelle emozioni pre-elettorali sembra essersi franta sui seggi del 4 marzo.
Quindi tutto a posto?
Non torneranno le camicie nere e nemmeno i giovani balilla. Probabilmente. Non tornerà il passato, se questo può farci stare tranquilli. Ma la democrazia è tra le cose più fragili che esistano e il passare del tempo e delle generazioni ha posto una coltre di polvere su quel cristallo finissimo, tanto da non farla apparire più tanto lucida e nemmeno tanto fragile.
C’è, come c’è in credenza il servizio buono che ci pare fuori moda, ma non ci sentiamo di buttare. Diamo per scontata la sua presenza,
ma non ci curiamo di pulirlo e manutenerlo.
Preferiamo usare i piatti Ikea, per restare in metafora. Ma fuori dalla metafora diciamo che preferiamo usare scorciatoie, perché ci appaiono più “moderne”. Pensando che le garanzie della democrazia siano in realtà “gabbie” da cui liberarsi; che restando una comunità chiusa in se stessa ci si possa difendere dai “nemici”, i quali diventano capri espiatori dei nostri fallimenti;
che il leader ideale sia quello che ha la soluzione più semplice in tasca (nb: più semplice spesso fa rima con “estremista”), quella che altri poteri occulti hanno tenuto nascosta per poterci meglio rendere sudditi.
Un vero stato “paranoico” (come è spiegato bene a pagina 7).
Questo stato di costante sensazione di “minaccia” ci rende aggressivi, violenti. Ci fa scontrare e non confrontare con gli avversari/nemici.
Ci rende fascisti. E non c’entra l’orientamento politico.
Il rischio “fascista”, inteso come modo “primitivo” di intendere lo stare
con gli altri dentro una comunità, è trasversale.
È una tentazione che abbiamo tutti e che dobbiamo tenere a bada. Sappiamo di usare parole forti, che ad alcuni potranno sembrare inappropriate (“il fascismo è un fenomeno ben circostanziato storicamente e ideologicamente, lontano dalla realtà italiana di oggi”, mi pare di sentire già queste parole). Lungi da noi “svuotare” la parola e usarla a sproposito.
Al contrario. Connotare il fascismo come una tentazione che ci coglie
nei momenti di difficoltà, come soluzione prêt-à-porter, serve a non ridurlo alla caricatura di una certa nostalgia da calendario fotografico (patetica se non fosse allo stesso tempo grave) e riportarla all’urgenza dell’oggi, perché ci scuota, non ci faccia sentire al sicuro,
soprattutto non ci faccia credere di averlo sconfitto per sempre.
Il vaccino contro il fascismo che è stata la Costituzione, dopo 70 anni, sta perdendo efficacia. Non perché non sia più valida, ma perché non brilla più di quel senso di potenza quasi invincibile datole dall’essere nata dalle ceneri del fascismo. Ora sono parole, e tocca a noi dare il valore alle parole. Compito anche delle Acli presidiare e fare in modo che la Carta non resti lettera morta.
 
 
 
 
 
In questo numero di Battaglie Sociali:
Filo Rosso
Il fascismo (di Maurilio Lovatti)
Dialogo con Cesare Trebeschi (di Salvatore Del Vecchio)

I segni dei tempi
Gli elettori hanno sempre ragione (di Pierluigi Labolani)
In Lombardia continuità (di Stefania Romano)
 
Fatti non foste
Fatti non foste (di Angelo Onger)

Librarti
di Angelo Onger

Annales
di Salvatore Del Vecchio

La bolletta elettrica
di Fabio Scozzesi
 
Sportelli Lavoro
di Roberto Toninelli
 
Il Caregiver
di Luciano Pendoli

I Faraoni di ogni tempo
di don Mario Benedini

e molto altro...

 

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