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EDITORIALE
PARTITI. PER DOVE?

di Roberto Rossini (presidente provinciale ACLI)

Quella sera la brava Geppy Cucciari celiava il pubblico televisivo chiedendo: se tu potessi, elimineresti i partiti politici? La risposta non ve la dico neanche, è ovvia. I casi di Belsito della Lega Nord o di Lusi della Margherita rinforzano solo la realtà di una casta che gode di benefici pubblici a fronte di un popolo che soffre la crisi e altre siccità economiche. Loro parlano, noi sudiamo. Ma in questo modo l’aria di disaffezione e delusione cresce, riflettendosi sulle istituzioni: gli astenuti alle ultime amministrative sono l’evidenza. La crisi dei partiti rischia di trascinare con sè anche l’idea di parteci-
pazione attiva e di governo pubblico. Eppure i partiti sono stati protagonisti di grandi battaglie di liberazione: in altre parti del mondo se li sognano. I partiti hanno fatto nascere una classe dirigente realmente popolare. Hanno diffuso una cultura politica e una seria formazione all’impegno sociale di cui oggi soffriamo l’assenza. Hanno creato consenso, aperto allo sviluppo, socializzato le classi meno sensibili al bene comune. Hanno fatto la democrazia. Senza, ritorneremmo nel buio dei regimi liberticidi. Altri strumenti sociali la storia non ne presenta: si vede che non ci sono. Ma oggi dob- biamo ripensarli, con nuove regole. Tre punti. Il primo è la trasparenza dei bilanci. Il finanziamento pubblico è un bene (altrimenti si creano partiti di soli interessi economici), ma va reso controllabile, con numeri esibiti semplicemente. Per avere una buona idea basta consultare il sito web del governo britannico, do- ve – ad esempio – si specifica che la fornitura di carta e materiali d’ufficio per l’Home office a marzo è costata 15.854,06 sterline verso una ditta nominata e precisata. Immaginiamo sulla base di un appalto e non di relazioni parentali. E` possibile in Italia?
Il secondo punto è la certezza dei mandati nelle amministrazioni pubbliche e politiche. Si stabilisce che sono due? Tre? Quattro per i più meritevoli? Una volta deciso si applichi senza deroghe. Il professionismo politico – che potrebbe essere limitatamente giustificabile in una democrazia complessa – richiede regole di ricambio.
Il terzo punto concerne la “sostanza”: congressi veri (senza acclamazioni “bulgare”), formazione (per chi intende candidarsi) e approfondimento dei problemi sociali.
Qualche mese fa un assessore confidava con orgoglio di non aver “mai avuto in tasca una tessera di partito”. Mi ha fatto pena: pensavo a certe persone che al partito hanno dedicato una vita, senza alcun benefit. Alle elezioni soffrivano come a un parto, della città parlavano con l’affetto di chi sa sognare un cambiamento, ci sgomitavano se non prestavamo attenzione ad ogni più piccolo sussulto sociale... Molti uomini di partito hanno ricostruito questo Paese. Non credo serva eliminare i partiti politici, semmai riaggiornarli ai linguaggi e alle esigenze, e proteggerli dalle tentazioni che inevitabilmente si manifestano. Il resto è populismo: l’anticamera di ogni regime senza libertà.

 

In questo numero di Battaglie Sociali:

Bel paese
Ricordare, per capire e per cambiare. Dalla strage di piazza Loggia (MOLTENI e MONTAGNOLI) a quella di Brindisi (BOLIS).

Officina del pensiero
L’associazione Citta` dell’Uomo propone un corso per giovani amministratori, perche´ contro l’antipolitica serve buona politica (MILESI). Qual e` il potere che corrompe la Chiesa? Una riflessione senza mezzi termini (ONGER).

La chiave a stella
Uno sguardo sulla riforma del lavoro (TREBESCHI).

NonSoloItalia
Crisi greca: un dissidio che puo` dire molto anche su di noi (DEL CIELLO).

News@Acli
Com’e` finita: le ultime dal Congresso nazionale 2012 (TONINELLI).

Circolando
Lo sportello per il turismo del circolo Acli di Manerbio.

Dossier
Partiti. Per dove? Elezioni terminate, dati alla mano, ROMANO e GHEZA propongono un’articolata chiave di lettura degli ultimi risultati elettorali.

I Care
Proviamo a fare il punto sulla questione pensioni (TAGASSINI), a raccontarvi dei giovani artisti che espongono al ristorante Giardino (DI FLORA). Passiamo a riflessioni piu` politiche su populismo (Scozzesi) e politica-spettacolo (DEL VECCHIO) per finire con qualche dritta sulle vere vacanze ecologiche (MANTELLI) e i consigli di viaggio (CTA).

Cool
In un dialogo virtuale con le pagine di Bel Paese, torniamo su piazza Loggia: com’e` messa la memoria storica dei giovani? (CO` featuring STIZIOLI). Campi estivi di volontariato: un box certo non basta a raccontarveli (LOMBARDO).

On the road
Paradossi rossi: quando a seguire un pomodoro si finisce a riflettere sulla dignita` del lavoro (LOMAZZI).

La storia siamo noi
Acliste di ferro: Rina Viola (DEL VECCHIO).

Pane al Pane
DON BENEDINI lancia una sfida a tutti i lettori: cosa vi aspettate, oggi, dalla chiesa? Scriveteci.

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