Ognuno è protagonista

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#EDITORIALE

#EDITORIAL


Cittadinanza. Impegno per una pedagogia politica. 
di Pierangelo Milesi (presidente provinciale Acli)
 
Centomila nascite in meno in Italia negli ultimi otto anni. La fotografia dell’Istat è impietosa quanto drammatica. Ci mostra con evidenza che il problema demografico inciderà sulle future generazioni in modo più pesante del già gravoso debito pubblico. Le ragioni di questa “carestia di culle” sono profonde, culturali oltre che sociali ed economiche. Urge che la politica batta un colpo, con scelte lungimiranti e strutturali che invertano la tendenza creando le condizioni per una ripresa della fiducia nel futuro e nella vita delle nuove generazioni, in un Paese dove le politiche sociali sono una giungla di gratifiche e l’85% per cento dei contributi assistenziali sono destinati agli over 65 anni.
 
La crescita demografica degli italiani è fortemente legata alla componente straniera. Nel 2016 il numero medio di figli per donna è stato di 1,36: 1,27 per le italiane e 1,95 per le straniere. Sono proprio le donne immigrate ad aumentare il nostro saldo statistico fra nascite e morti in questo nostro inarrestabile inverno demografico. Il Paese ha bisogno anche degli stranieri, imprescindibili sotto il profilo previdenziale e per lo sviluppo dell’economia. I dati infatti ci indicano che gli stranieri sono una risorsa da un punto di vista economico e non una minaccia. Ma la loro presenza è decisiva anche per la civiltà e la democrazia del nostro Paese.
In questo senso le Acli sostengono la necessità di riformare la legge 91 del 1992 sulla cittadinanza.
Il relativo ddl fermo al Senato non corrisponde pienamente alla forma che la nostra Associazione aveva proposto nella Campagna L’Italia sono anch’io nel 2012, ma è un primo passo di un percorso legislativo che non deve essere bloccato. La cittadinanza non è una concessione, ma un diritto di riconoscersi parte di una comunità, che in questo caso corrisponde al desiderio di essere italiani proprio nell’età della crescita e della formazione dei valori e dell’identità. La nostra Costituzione incarna pienamente questo spirito e ha previsto nell’art. 3 il riconoscimento e la tutela dei "diritti inviolabili dell'uomo" senza distinzione tra cittadini e stranieri.

Il Messaggio di Papa Francesco per la prossima Giornata Mondiale della Pace ci aiuta a riflettere come comunità cristiane sulla realtà delle migrazioni. I migranti e i profughi sono fratelli e sorelle rispetto ai quali la società ha il dovere di accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Queste cose nuove ci richiedono uno sforzo di mediazione nelle comunità, promuovendo occasioni di incontro, ascolto, cooperazione che favoriscano una cultura della fraternità.
 
In vista delle elezioni ci impegneremo in un’opera di pedagogia politica, promuovendo il pubblico dibattito partendo da proposte, in particolare sul tema del lavoro, anche a seguito delle Settimane Sociali dei Cattolici che si sono celebrate a Cagliari. Terremo l'ancoraggio ai nostri temi e alle possibili soluzioni, senza alcun endorsement per alcun partito. Faremo un accompagnamento elettorale, non una campagna: senza essere tifosi o followers di alcuno, ma cittadini attivi, capaci di accompagnare e di attraversare il cambiamento. Diremo anche dei no. No alle semplificazioni e all’antipolitica. No al nazionalismo e al razzismo mascherato. No alle astrazioni di una certa politica: fare politica significa dare delle risposte alle esigenze reali delle persone. La politica è grande se sa declinare le risposte alle istanze dei piccoli. La politica è saggia quando individua le domande giuste ed è consistente quando condivide le risposte giuste, i giusti programmi. Al fattore P negativo, quello dei populismi e delle piazzate, rispondiamo col fattore P positivo, quello dei programmi e delle proposte. Una politica saggia e consistente recupera anche l'astensione, spettro di un fallimento, di una delusione, di una inutilità. Esiste una responsabilità collettiva: in alcuni momenti va anche esercitata. 
 
 
Il mese scorso le Acli bresciane hanno vissuto il lutto profondo per la perdita di Flavia Bolis, che ha combattuto tenacemente contro la malattia per anni, rendendoci una mirabile testimonianza di amore per la vita e passione per l'impegno sociale. Flavia era consigliere provinciale dal 2012 e dal 2016 Responsabile provinciale del Coordinamento Donne e componente della Presidenza provinciale delle Acli. Flavia era una amica, che ci ha accompagnati e guidati nella passione per gli ideali di giustizia, legalità, solidarietà. Ci ha insegnato a lottare per le cause giuste, senza clamore, con l'impegno e la dedizione di ogni giorno, che certamente continuerà dal Cielo. Ci ha lasciato il suo esempio, la sua indissolubile presenza dignitosa, la sua intelligenza pungente e tenace. Grazie Flavia.
 
 
 

La scomodità del cittadino responsabile
di Daniela Del Ciello
 
Questo numero di Battaglie Sociali ci invita a non stare comodi. Quando mettiamo in copertina il titolo Ognuno è protagonista non vogliamo lusingare il narcisismo di ciascuno, ma pungolare quella parte di noi che invece ci vorrebbe nascosti in un’indistinta massa di persone, in cui i nostri errori sono confusi tra migliaia di altri errori, dove le nostre responsabilità sono diluite insieme
a quelle di una moltitudine.

Il sottotitolo, invece, è il vero cuore delle pagine che state per leggere. Perché è di cittadinanza che vogliamo parlare. Uno status che è proprio della singola persona, ma che ha senso solo se la stessa è inserita in un contesto collettivo, come lo Stato.
È il nucleo della democrazia formale e sostanziale.

Ognuno di noi, protagonista di una grande opera collettiva che valica i confini nazionali, è cittadino ormai di una polis ben più ampia. Aumentano le nostre possibilità, si estendono i nostri confini d’azione e quindi crescono contestualmente le nostre responsabilità. Mentre il nostro potere di agire sul mondo cresceva piuttosto velocemente, però, altrettanto non faceva la nostra etica della responsabilità, la nostra educazione a pensare oltre ai confini dell’appartenenza, a considerarci come inevitabilmente legati al destino anche di persone apparentemente lontane.

Da qui l’invito a sentirci “scomodi”. Perché non è facile trovare l’equilibrio tra la consapevolezza di una propria specificità e unicità di individuo e la coscienza - opposta e simmetrica - di essere parte di un “sistema” il cui funzionamento dipende direttamente dalle nostre azioni e dalle nostre scelte. Per fare due esempi concreti, al limite della banalità, citiamo due azioni con cui ci rendiamo responsabili di conseguenze che non ricadono solamente su noi stessi: il voto e l’acquisto.

Sarebbe ingenuo, certo, negare che non tutti abbiamo lo stesso potere di agire sul mondo. Quando alla responsabilità etica di ciascuno si sommano responsabilità formali (giuridiche, politiche, economiche...), allora anche gli effetti delle singole azioni sono più intensi o più diretti.

Ma questo non ci deve portare a sminuire il nostro ruolo, a perdonarci le indifferenze e il disinteresse, a sentirci comodi nel nostro cortile, a restare ancorati alle nostre idee e convinzioni senza mai metterle in discussione. “Essere cittadini del mondo” – che non è più un’espressione vuota, ma resa vera, concreta
e attuale dalla globalizzazione – ci impone di essere fedeli all’umanità, per dirla come faremmo noi aclisti. Sentire cioè il genere umano come famiglia da curare, a cui sentirsi appartenenti e di cui considerarsi responsabili.

 
 
 
In questo numero di Battaglie Sociali:
Filo Rosso
Recessione Civica (di Stefania Romano)
Ognuno è protagonista (di Pierluigi Labolani)

I segni dei tempi
L'aria che tira in città (di Maurilio Lovati)
Dalla Lombardia alla Catalunya (di Luca Cremaschini)
 
Fatti non foste
Il cittadino imprenditore (di Daniela Del Ciello)

Sportelli Lavoro
di Francesco Berardi

Librarti
di Angelo Onger e Francesco Berardi

Annales
di Salvatore Del Vecchio

Salviamo il risparmio
di Fabio Scozzesi

Pensioni
di Giuseppe Foresti

Le sette piaghe della Chiesa
di don Mario Benedini

e molto altro...

 

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