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EDITORIALE
I conti con la realtà


di Roberto Rossini (presidente provinciale ACLI)

I conti con la realtà. L’Italia, secondo una ricerca dell’Ipsos, è un paese di ignoranti, anzi tra i più ignoranti al mondo. Nel senso pieno del termine: ignoriamo la realtà. Per esempio pensiamo che i disoccupati siano (risposta data in media) il 49% della forza lavoro italiana. Invece sono il 12. Pensiamo che gli stranieri in Italia siano (sempre come risposta media) il 30%. Invece sono il 7. Quindi eccoci alla tanto temuta invasione musulmana: l’italiano medio crede che ogni 100 individui si nascondano ben 20 adepti della religione di Maometto. E invece sono a malapena 4... Il punto è che a forza di ripetere che siamo invasi da orde di musulmani e a strombazzarlo su tutti i giornali e su tutte le tv, nella nostra mente si sono moltiplicati. Aveva ragione Goebbels quando affermava che basta ripetere una bugia cento, mille, un milione di volte e – magicamente – diventerà una verità.

La realtà dei conti. Invece corrisponde a piena realtà il fatto che nella Legge finanziaria di quest’anno ci sia il rischio della forte riduzione delle risorse per i patronati. Quindi, o i patronati licenziano un po’ di lavoratori e indicano ai cittadini bisognosi la strada che conduce all’edificio dell’Inps (sperando di trovare parcheggio), oppure i servizi – da gratuiti – diverranno a pagamento. Bene avere più soldi in busta paga: ma serviranno a pagare i servizi per ottenere i diritti previdenziali o assistenziali? C’è il rischio, in questo Paese, che tutto divenga a pagamento, che la carta d’identità (cioè di cittadinanza) conti di meno della carta di credito: un paese dove l’avere conta più dell’essere. Vediamo come va a finire, però intanto – per sicurezza – firmate anche voi la petizione su www.tituteliamo.it.

La resa dei conti
. Ma non siamo soli. Osserviamo (e con dispiacere) che la realtà è costellata da molte istituzioni in forte sofferenza finanziaria, in parte perché le sponsorizzazioni pubbliche e private vengono meno, in parte perché ciò che “producono” è fuori dal mercato, interessa a pochi o è prodotto a costi eccessivi per il mercato attuale. E` ancora il mercato a decidere: l’atto supremo diventa l’approvazione del bilancio. Lo stare in vita dipende dai numeri e non dalle parole, dal senso. In qualche caso si tratta di un fatto puramente tecnico, ovvero di colmare il “buco” sollecitando la generosità delle persone e poi tutto riprende come prima. Ma in qualche caso si tratta invece di valutare il senso. Se un mondo va in crisi, allora rischia di scomparire anche un set di istituzioni che lo hanno fatto nascere e sviluppare, che lo hanno accompagnato e narrato. E oggi, nonostante la sua nobiltà, va ripensato e restituito. I numeri, a volte, sono una buona occasione per riscrivere le parole.

La Chiesa dei santi. Poi ci sono le parole da meditare, per esempio quelle di Paolo VI: la sua beatificazione è stata l’occasione per riscoprire i suoi pensieri, la sua traduzione in parole e opere di una chiesa che cerca di dialogare col mondo, di conversare con la modernità. Questa posizione non gli ha impedito di vivere il suo tempo con speranza. Anzi, forse proprio per questo ha colto l’essenza di un mondo che può anche sbagliare, essere luogo di drammi e di guerre, ma che rimane un mondo con una storia a cui il buon Dio non è indifferente. La Populorum progressio è stata il manifesto di questa speranza collettiva. Le parole di Papa Francesco hanno questa stessa consistenza, questa stessa luce: che non è quella luce che riflettono le armature di presunti eserciti di difesa, ma è quella delle feritoie che si aprono nei muri. Che dà lo stesso stupore di quando si riconoscere nel mondo una speranza che trapassa e rinasce. A proposito di nascite... buon Natale!
 

Spoiler - Mobility & the CITY
di Stefania Romano

Questo è un numero decisamente movimentato. Infatti si parla soprattutto di mobilità e futuro.
Lo facciamo con il professor Maurizio Tira che apre per noi il cantiere TAV, presto di interesse anche per il territorio bresciano, e con l’Assessore Federico Manzoni che ci conduce sui binari della mobilità dolce, parlando di metropolitana, di piste ciclabili e del sistema integrato dei trasporti pubblici.
Che Brescia sia davvero una città aperta? Forse. Intanto si inaugura la sala VIP nell'aeroporto (deserto) di Montichiari e si chiude la sala d'attesa nella (affollata) stazione ferroviaria di Brescia.
Dopo la mobilità, la flessibilità, quella del lavoro che non c’è, che, più che flessibile, è precario, quando non inesistente.
Lo sanno Miriam e Aldo e le altre centinaia di migliaia di giovani famiglie italiane che stanno perdendo la speranza dopo aver perso il lavoro. Forse quando flessibilità farà rima con sicurezza, anche la fiducia nel futuro ritornerà a vivere.
Chi costruisce quotidianamente futuro è la scuola: parliamo della nostra, dell'Enaip di Botticino, grazie al contributo della direttrice Maria Teresa Previdi.
Il futuro è anche quello nelle Acli: ci sono in cantiere occasioni formative interessanti, che non vedono l'ora di essere colte, e sfide impegnative, forse epocali, sul fronte dei Servizi.
Ma il futuro prossimo parla soprattutto di Natale.
Tra luci (più o meno luccicanti) e ombre (più o meno cupe), auguriamo a voi lettori un sereno e santo Natale, sperando che la lettura delle nostre pagine allieti i vostri giorni di festa.
 

In questo numero di Battaglie Sociali:

Filo Rosso
Brescia città aperta (di Pierluigi Labolani, Flavia Bolis, Roberto Toninelli)

Bel paese
Mobility & the city (di Daniela Del Ciello e Pierluigi Labolani)
Lavorare per niente (di Fabrizio Molteni)

Chiave a stella

Flex Security (a cura della Commissione Lavoro)

Filo soffiato

Il Natale non è (di Angelo Onger)

Cooltura
A tutela dei beni culturali (di Stefania Romano)

On tè road
Raniero La Valle (di Salvatore Del Vecchio)

Annales
Franco Salvi (di Salvatore Del Vecchio)

e molto altro...

 

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