La legalità è cosa nostra

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#EDITORIALE

EDITORIALE
LA LEGALITA' E' COSA NOSTRA

di Roberto Rossini (presidente provinciale ACLI)

Certe ombre fanno luce. Le ombre narrate dal procuratore Nicola Maria Pace, durante il nostro forum, illuminano uno scenario inquietante. Ombre senza coppola o lupara, che si mimetizzano con colletti bianchi e cravatte, per vantaggiose proposte di mediazione economica, con operazioni pulite: ormai questi “gruppi” movimentano cosi` tanto denaro da doverlo iniettare in modo legale, nei grandi progetti infrastrutturali, nell’edilizia, nelle operazioni di capitale.
In un territorio ricco e aperto come Brescia le operazioni si chiamano riciclaggio di denaro sporco, traffico di rifiuti tossici, criminalità finanziaria, oltre – e certamente – al popolare mercato della cocaina. I dati, citati in una recente intervista al PG Papalia, evidenziano un tale aumento di questi reati che neanche Palermo... dove si colloca, nel nostro immaginario, l’ambiente mafioso.
Ma le nuove mafie non hanno più bisogno di nuotare in acque territoriali, vanno ovunque, seguono l’odore dei soldi, stanno negli ovattati salotti dei consigli d’amministrazione, nei locali esclusivi. Magari pensano nel loro dialetto, ma usano le parole dell’inglese finanziario e tecnologico. Magari non sono neppure mafiosi, sono collaterali, sono stimabili uomini d’affari che trattano con più gruppi, tra cui “quello”. Magari sono uomini del Nord, perchè al Nord la parlata del Sud può suscitare ancora diffidenza.
Forse è per questo che le nuove mafie cercano il rapporto con la Lega: chi meglio di essa incarna “il Nord”? La Lega stessa ne ha preso coscienza e sta cercando di misurarsi con questo virus: non accadeva lo stesso con la Dc? Dovrà vigilare non solo su certe proposte, ma anche sugli uomini che le fanno, a chi riferiscono, quali ambienti esprimono, quali finti vantaggi.
Osvaldo Poli, in un recente libro, ricorda la fiaba del diavolo che tenta il povero contadino proponendogli un vantaggio immediato in cambio di tutto quanto c’è dietro la cascina in quel momento. Il contadino sa che dietro la cascina c’è solo un grande albero. Se lo può permettere: stipula il contratto. Ma dietro la cascina, in quel momento, c’era anche la figlia che curava l’albero. La figlia e` il simbolo della nostra anima. La fiaba ci dice che il vantaggio è solo minimo e temporaneo, che il diavolo toglierà l’anima.
Don Giacomo Panizza, prete anti-mafia, ci confidava che la vera differenza tra un’operazione qualsiasi e un’operazione mafiosa sta nella questione del potere, nell’offerta di vantaggi immediati per la vittima e ritardati per il proponente: è il potere, che solo infine si esprimerà nel controllo del territorio, dove vive l’anima della città. Se il contadino avesse valutato meglio, se ne avesse parlato con la moglie... In termini politici questo si chiama vigilanza e rispetto delle procedure, trasparenza e controllo democratico.
Per noi cittadini questo significa essere “cittadini fino in fondo”, quasi con durezza: ridare valore alla parola onestà e rifiutare l’omertà (che magari da noi si chiamerà riservatezza) e continuare ad educarci alla legalità. La difesa della democrazia non è affatto cosa superata. E' ancora cosa nostra, di tutti i cittadini italiani.

 

In questo numero di Battaglie Sociali:

Le grandi manovre - Pierluigi Labolani
Artigiani dell'etica - Maria Buizza
La speranza oltre il mercato - Luciano Pendoli
Le quattro Argentine - Silvia Capretti
Non possiamo decrescere? - Roberto Toninelli
Mi piace la pace - Lino Molinari
Gulliver: La legalità è cosa nostra - autori vari
Lavori usuranti e pensioni - Rita Tagassini
Educare il salsa soap - Daniela Del Ciello
Legalità da ricostruire - Vera Lomazzi
Erri Diva - A qualcuno piace... Battaglie Sociali
Segni nel tempo - Marco Stizioli
Sfisp: prepararsi al socio-politico - don Mario Benedini e Pieranna Buizza

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