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I movimenti dei partiti su un paese fermo
di Pierangelo Milesi (presidente provinciale Acli)

 

Il dato di realtà si impone. Il Paese è fermo, per molteplici fattori decisivi rispetto allo sviluppo: economici, produttivi, demografici e di fiducia complessiva. Sul Paese fermo i partiti, nel mezzo dell’estate, si sono messi in movimento, con qualche azzardo e pure con qualche svarione. Ad aprire le danze, la Lega di Salvini ha messo fine all’esperienza del Governo gialloverde, che francamente non rimpiangiamo. Ha chiesto al popolo “i pieni poteri”, è stato servito in minoranza dalla democrazia parlamentare. Ha commesso un errore tattico e politico, con pentimento troppo tardivo. In poche settimane successive l’Italia ha guadagnato credibilità sul piano internazionale, fiducia dei mercati e centinaia di milioni di euro... In realtà, da mesi si registravano segnali di rottura e il voto sulla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha probabilmente scatenato il cambio di scenario interno al Paese, dando il via ai movimenti dei partiti, poi saggiamente arbitrati dal Presidente della Repubblica. Così in pieno agosto, invece che parlare di calciomercato, gli italiani si sono trovati a tifare per tre opzioni che erano in campo oltre all’ipotesi di voto anticipato: un governo tecnico, un governo di garanzia elettorale o un governo politico di legislatura. Ha prevalso la terza. Pd e M5S hanno siglato un’alleanza che ha dato vita al secondo Governo Conte.

 

Abbiamo vissuto questo passaggio con attenzione e apprensione. Nessuna particolare soddisfazione forse, ma certamente abbiamo provato sollievo. Ora nutriamo una certa preoccupazione, non tanto per le sorti delle singole forze politiche in campo (la nascita di Italia Viva, con una tempistica difficilmente comprensibile, può essere una frattura insanabile per tutta l’area di centrosinistra, ma se saprà mantenere l’alleanza di Governo, ha l’ambizione di essere un argine per ricostruire un’area moderata che guardi verso sinistra – lo vedremo), quanto piuttosto per la tenuta del quadro politico finalizzata al bene del Paese, che deve – quello sì – essere rimesso in movimento. Il nuovo Governo è chiamato ad adottare scelte politiche e misure economiche chiare e rapide, comprensibili al popolo ed efficaci nei loro effetti.

 

Per contribuire al bene comune, all’Incontro Nazionale di Studi, le Acli hanno presentato la loro Agenda sociale, avanzando una serie di proposte concrete che riguardano: istruzione e formazione, assistenza e previdenza, immigrazione e contrasto alla povertà, sanità, fisco e lavoro. E' un contributo offerto alle forze politiche di Governo, sostenuto da un pensiero maturato sul campo della nostra azione sociale.

Occorre rilanciare il dialogo sociale e la cooperazione dei corpi intermedi per sanare le profonde fratture che lacerano il Paese: geografiche e generazionali, economiche e antropologiche, etiche e sociali.

 

Le Acli possono contribuire, all’interno della generosa tradizione della Chiesa, a promuovere una nuova stagione di formazione per mettere a servizio del Paese la competenza di laici cristiani facendo leva in particolare sul tema della sostenibilità: l'ambiente e la povertà, i beni comuni e il lavoro, l'istruzione e la pace, la famiglia, i giovani e lo sviluppo demografico. Lavoriamo perchè l’economia civile sia promossa e praticata con responsabilità condivisa da tutti i soggetti attori dello sviluppo del Paese, dentro un quadro definito dall’Agenda 2030 dell’Onu e dalla prospettiva di un’Europa più politica e solidale.


Iniziamo un anno sociale ricco di sfide e carico di istanze che intendiamo affrontare con fiducia e speranza, sia per le Acli che vivranno una nuova stagione congressuale, sia per il Paese che può superare il tempo delle paure e del rancore. Anche grazie al nostro impegno sociale e politico, che interpretiamo come conseguenza dell’Amore misericordioso tracciato sul volto dei sofferenti e presente nella bellezza dell’Eucaristia, come il nostro Vescovo ci raccomanda nella sua lettera pastorale.


A tutti buon lavoro. In particolare voglio esprimere un caloroso abbraccio di benvenuto a mons. Alfredo Scaratti, che ha iniziato il suo nuovo ministero pastorale come Accompagnatore delle Acli bresciane. Il Signore benedica i nostri passi a servizio del Bene comune.

 

 

 

Lunghe radici e larghi orizzonti
di Daniela Del Ciello

 

Nelle prossime pagine troverete diverse letture del tema del movimento, secondo la rotta tracciata dal 52° Incontro Nazionale di Studi delle Acli delle scorse settimane (12-14 settembre a Bologna).
Ma, in realtà, in movimento siamo noi, come associazione, e lo siamo per necessità, perchè se non lo fossimo saremmo semplicemente estinti.
E il pericolo d'altronde è sempre dietro l'angolo, non possiamo permetterci il lusso di "darci per scontati", di pensare che da Achille Grandi in poi la nostra storia
sia destinata a restare nella Storia e così sia.
Ci sono almeno due "perchè".
A livello macroscopico perchè è nota la crisi dei corpi intermedi e i cittadini vogliono rappresentarsi da soli, non si riconoscono in quelli che colgono come "poteri" e non come "nuclei di rappresentanza" e, perchè no, di "appartenenza".
(Il discorso meriterebbe un giornale intero, quindi mi fermo qui).
A livello microscopico non possiamo darci per scontati perchè il senso del nostro esistere va cercato (e trovato) ogni giorno... o almeno ogni anno.

Noi lo facciamo con i diversi momenti di democrazia interna (una fatica dal sapore antico che ancora ci rende quello che siamo e che assicura ai nostri tesserati di poter in qualche modo di scegliere chi li rappresenta) e con i momenti di studio
e formazione come quello appunto appena trascorso a Bologna.

 

Siamo un'associazione del fare (locuzione che va piuttosto di moda, ma che non abbiamo paura di usare, visto che vantiamo dei servizi efficaci e riconosciuti sul territorio) ma ci piace molto pensare e studiare. Perseguiamo il "fare pensato", per usare un'efficace espressione usata anche dal nostro presidente nazionale.
Le due cose insieme ci permettono solidita? da una parte e dinamismo dall'altra. Chi si mette in attesa per i nostri servizi ci percepisce come concreti e immutabili: una sicurezza, insomma.
Eppure noi abbiamo bisogno di cambiare e stare al passo con i tempi, restare aggiornati sulle leggi per offrire sempre i migliori servizi, certo, ma anche rivedere il nostro modello in continuazione, se non vogliamo soccombere. Chissà se lo stiamo facendo abbastanza o con i giusti tempi. Un ritardo ci sarebbe fatale e la perdita sarebbe grave per tutta la Comunità.
I "movimenti" in politica ci hanno abituato a un'idea di "liquidità" (così da prendere la forma del proprio contenitore) che non è sempre un bene. Noi siamo un'Associazione (e la parola stessa ci dà l'idea di qualcosa di più "aggregato") ma in cammino, perchè vantiamo lunghe radici e larghi orizzonti.

 

 


In questo numero di Battaglie Sociali:


Filo Rosso
In continuo movimento (a cura della Redazione)
La formazione per ascendere (di Maurilio Lovatti)

Muoversi, ma verso dove? (di Angelo Onger)

I segni dei tempi
Un nuovo governo sotto il cielo (di Dante Mantovani)

Fatti non foste...
Odiare ti costa (di Stefania Romano)

 

Librarti
di Angelo Onger e Roberto Toninelli

 

Annales
di Salvatore Del Vecchio

 

L'importanza del sapere
di Fabio Scozzesi

 

Sportello Lavoro
di Fabrizia Reali

 

Chi pagherà gli errori di ieri?
di Luciano Pendoli

Linee di continuità
di mons. Alfredo Scaratti

 

e molto altro...

 

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