Il voto è l'aria della democrazia

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#EDITORIALE

EDITORIALE
SECONDA CLASSE

di Roberto Rossini (presidente provinciale ACLI)

Tre criteri per aiutare un discernimento su cosa votare.

1. L’Europa vive lo scontro tra due concezioni politiche. La prima, il populismo, riconosce solo al popolo la fonte di legittimità. Quel che vuole il popolo va sempre bene, che si tratti di pena di morte o di uscire dall’euro. In realtà, più che il popolo, al centro ci sono le emozioni forti del popolo: paura, rancore e rabbia verso tutto ciò che è complesso e crea problema. Il populismo lo riconoscete subito: è quando sentite iniziare un discorso così: “io la soluzione ce l’ho ed è molto semplice”. Di solito segue la cannonata (es. sparare ai clandestini). La seconda concezione chiama ancora in causa il popolo, ma senza dissociarlo dalle istituzioni. Il popolo c’è, ma anche le leggi, la Costituzione, lo Stato, i partiti, i sindacati, i diritti del cittadino... Insomma tutto ciò che secoli di riflessione e di battaglie sociali hanno consolidato per dare stabilità allo spazio pubblico. In sintesi: il primo approccio conduce a una “politica del ventre” (sede degli istinti senza mediazioni, disordinati ed emotivi), mentre il secondo a una “politica del cuore” (sede di una volontà intelligente e sensibile, di una passione mediata dalla ragione). Quale di questi due approcci caratterizza Berlusconi? Ingroia? Grillo? Bersani? Monti? Votate di conseguenza.

2. L’Italia vive alcune malattie sociali: corruzione e criminalità organizzata, troppa burocrazia e tasse, evasione ed elusione, disoccupazione e povertà... Chi vincerà non potrà fare tutto. La nostra associazione propone di intervenire almeno sui seguenti temi: un piano straordinario per l’occupazione (che punti su lavoro sociale di cura, turismo, cultura e green economy); una misura di contrasto alla povertà assoluta oltre la social card; una misura a favore delle famiglie (es. il cosiddetto fattore-famiglia); una nuova legge elettorale, la cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia. Di cosa parlano i nostri politici? Quali misure concrete propongono? Fanno spettacolo o parlano di cose serie? Non vorremmo avesse ragione Flaiano a dichiarare che in Italia per tutti la situazione è grave ma... non è seria. Ecco, votate di conseguenza.

3. La nostra tradizione è cattolico-democratica. Chi la rappresenta oggi? Pietro Scoppola affermava pochi anni fa che oggi “la democrazia dei cristiani non può più essere una nuova ‘democrazia cristiana’ [perché semmai oggi] coincide con la democrazia di tutti; è un impegno a tener viva, anche con la fede, una speranza di civiltà per il nuovo millennio...”. Ecco: rinnovare un compito che si era assunto ai suoi tempi anche la Dc, ovvero costruire una democrazia dove tutti gli uomini – indipendentemente dal loro credo o dal loro reddito – possano vivere la loro vocazione nella società in cui fosse capitato loro di nascere. Il resto deriva da qui. Pertanto osservate chi sostiene valori negoziabili che accomunano e includono, che si preoccupano dell’uomo dall’inizio alla fine, che portano la vita e non la guerra. Non fidatevi solo di chi giura di essere cristiano: come ebbe affermare il cardinal Tettamanzi, “[è] meglio essere cristiani senza dirlo, piuttosto che proclamarlo senza esserlo”. E votate di conseguenza.

Ah, infine: votate chi sa come si sfanga la vita, chi sa cosa vuol dire lavorare e ogni tanto teme seriamente di perdere il lavoro, perché c’è la crisi. Chi – quando va in treno – sceglie di solito la seconda classe.

 

In questo numero di Battaglie Sociali:

Filo Rosso
Votare per un paese normale (di Pierangelo Milesi, Franco Gheza, Pieranna Buizza)

Il bel paese
Congresso nazionale (di Dante Mantovani)
Cattolici per la città (di Francesco Messali)

Chiave a stella
Priorità al lavoro: quale? (di Fabrizio Molteni)

Filo soffiato
29° Sinodo Diocesano (di Maurilio Lovatti)

On tè road
Latte Bio? Logico (di Luca Bonometti)

Cooltura
Il governo delle donne (di Vera Lomazzi)

AnnaLes
Mario Cattaneo (di Salvatore Del Vecchio)

e molto altro...


 

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