“E poi la gente (perché è la gente che fa la storia) - Quando si tratta di scegliere e di andare - Te la ritrovi tutta con gli occhi aperti - Che sanno benissimo cosa fare - Quelli che hanno letto milioni di libri - E quelli che non sanno nemmeno parlare - Ed è per questo che la storia dà i brividi - Perché nessuno la può fermare” (F. De Gregori). La storia siamo noi. Il racconto di questi primi 80 anni delle Acli bresciane è fatto di tante piccole storie, talvolta nascoste, che si intrecciano alla storia ufficiale, quella dei libri e degli aneddoti di chi c’era. È una storia di popolo: lavoratori e lavoratrici, famiglie, persone più vulnerabili che sono stati presi per mano dalla nostra associazione, offrendo servizi, formazione e un senso di comunità.
Le Acli sono nate durante la Resistenza (80 anni anche per lei!) che ha insegnato quanto la lotta per la giustizia e la libertà richieda un impegno quotidiano, e questa lezione ci accompagna ancora oggi.
Anche per il Patronato ricorre l’ottantesimo anniversario: nato come strumento di tutela e assistenza, ha un ruolo fondamentale nel garantire diritti e servizi ai cittadini, in particolare nel campo delle pensioni, delle prestazioni sociali e dell’assistenza sanitaria. La sua presenza è un esempio concreto di come le Acli mettano sempre al centro le persone, offrendo supporto e solidarietà in momenti di bisogno, senza fare differenza alcuna.
Acli e Patronato: un percorso comune, fatto di dedizione, battaglie sociali (come non chiamarle così?!) e solidarietà, che ha contribuito a costruire una società più giusta e inclusiva. Ricordare questa lunga storia ci permette di riflettere sul nostro ruolo nel presente e di guardare con speranza al futuro.
Già, il futuro. Figlio di un presente incerto, con fiato corto e corpo gracile, troppo impegnato a cercare un senso che a volte è difficile trovare. In questi anni è stato spesso Papa Francesco ad indicarci la strada o a rassicurarci sul cammino intrapreso. L’ecologia integrale, concetto innovativo quanto sfidante, è stata bussola per il nostro “fare pensato”. Il suo modo di essere e parlare ha plasmato il nostro stile popolare. Abbiamo percorso qualche tratto di mondo cercando di stare al suo passo. E poi? «Te ne sei andato via di mattina presto, il lunedì dell’Angelo, con le tue vecchie scarpe consumate di chi ha camminato per davvero. E noi ci siamo sentiti improvvisamente soli, disperatamente soli. Come se la nostra bussola avesse perso il Nord. Perché noi ti stavamo a cuore per davvero e contavamo sulla tua tenacia, sulla tua forza di ripetere e ripetere le stesse cose senza mai perdere la speranza. Non so se hai visto quello di cui sei stato capace: tu hai portato Dio in mezzo alla gente, e la tua gente è venuta a salutarti da tutto il mondo, potenti e invisibili insieme, quelli che contano e quelli che non contano niente” (L. Litizzetto).
E ora? Il testimone è nelle nostre mani. Sta a noi cercare di rimanere sulla retta via, continuando a dare corpo e anima al suo messaggio di misericordia, di attenzione ai poveri e di impegno per la giustizia sociale.
Guardando avanti, le prospettive di futuro dell’associazione e dei servizi sono ambiziose e piene di speranza. Vogliamo continuare a essere un punto di riferimento per le persone, offrendo servizi innovativi, formazione e occasioni di partecipazione.
Il lavoro è uno dei temi più urgenti e complessi del nostro tempo. La crisi economica, le trasformazioni tecnologiche e le sfide sociali richiedono riflessione costante e risposte concrete. Le Acli si impegnano a difendere il diritto al lavoro buono e sicuro, a promuovere un’occupazione dignitosa e a favorire l’inclusione sociale. Eppure oggi il lavoro è sempre più povero. Lo conferma anche una recente ricerca Iref-Acli basata su dati riguardanti 785.466 contribuenti che si sono rivolti al Caf Acli per la compilazione e la consegna del modello 730 del 2024. I numeri mettono in luce prima di tutto come la diseguaglianza retributiva e i lavori a basso reddito siano due fenomeni strettamente correlati, che hanno visto un trend di crescita negli ultimi 15 anni. Le cifre ci raccontano di un paese dove le disuguaglianze salariali riguardano il genere (le donne con lavoro a basso reddito siano il 54% in più rispetto agli uomini), le generazioni (gli under30 con un lavoro povero sono il 70% in più rispetto agli under50) e la provenienza geografica (il divario tra Nord e Sud purtroppo permane).
Le disuguaglianze economiche e sociali che attraversano il Paese, riflettono una realtà che riguarda non solo il livello di reddito ma anche l’accesso a servizi fondamentali come la sanità, i trasporti, l’istruzione: le spese sanitarie dei lavoratori più ricchi sono quasi il doppio rispetto a quelli che si avvicinano alla soglia di povertà relativa. Parafrasando Orwell: tutti gli uomini (e le donne) sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri (rif. La Fattoria degli animali, 1945). Ma questo è inaccettabile. Il lavoro è il valore fondativo della nostra Costituzione e dello stato democratico. È il lavoro che deve garantire un’esistenza libera e dignitosa. Non possiamo dimenticarlo noi. E non può dimenticarlo soprattutto chi ha dirette responsabilità politiche.
La sfida delle sfide rimane quella dell’equità. Sfida impegnativa che può essere giocata e vinta solo se tutti gli attori in campo giocano una partita responsabile e onesta. La sfida è grande, ma la nostra storia ci insegna che con impegno, solidarietà e passione possiamo affrontare qualsiasi ostacolo, pronti a rialzarci se cadremo, sempre attenti a non lasciare indietro nessuno.
“Cari amici delle Acli, vi ringrazio per il vostro impegno e vi esorto a portarlo avanti con coraggio. Che lo Spirito Santo continui a rendere feconda la vostra opera e a guidarvi nel servizio alla comunità. Avanti con gioia e nella speranza!” (Papa Francesco, Udienza alle Acli, 1° giugno 2024).
E allora buon compleanno Acli bresciane! La nostra associazione continuerà a impegnarsi per almeno altri 80 anni a promuovere una cittadinanza consapevole e attiva, perché solo insieme si può costruire un futuro migliore.