Vicini a distanza

Mercoledì 11 marzo 2020

La Presidenza delle Acli bresciane fa proprio il documento della Direzione nazionale delle Acli sull'emergenza di questi giorni

 

VICINI A DISTANZA

 

La Direzione nazionale ACLI di fronte a quanto sta avvenendo in questi giorni desidera esprimere con forza alcuni indirizzi e scelte.
 
L’emergenza Coronavirus mette a dura prova il Paese e ormai il mondo intero.
Contenere il contagio e far sì che si possa assistere al meglio chi ne è colpito sono le priorità.

Per questo occorre innanzitutto stringersi attorno alle nostre istituzioni e collaborare, ognuno restando nel proprio ruolo e nelle proprie competenze, perchè si possa lottare al meglio.
Noi Acli con i nostri circoli, associazioni e servizi ci siamo da tempo come presidio nelle e delle comunità.
Ciò che sta accadendo non ha precedenti, se non risaliamo all’epoca della grande guerra. E' un contagio che provoca chiusura, paura, rabbia, isolamento e perfino morte. Molti di noi hanno vissuto periodi di emergenza. Sappiamo di averli superati tenendosi stretti, lavorando gomito a gomito, collaborando. Questa volta non è così: è un'emergenza che sconsiglia il contatto umano. Dobbiamo stare distanti per lottare insieme contro un nemico che non si vede ma che fa sentire i suoi effetti, su di noi e sul nostro lavoro, sulle nostre aspettative e sul nostro futuro.
 
Ci rassicura che l'aver sempre sostenuto l'importanza strategica del welfare si riveli ora un fatto decisivo: è proprio grazie alla difesa della salute e del welfare che oggi potremo salvare le vite dei cittadini. Per questo dobbiamo ringraziare in particolare il personale che opera sul fronte sanitario, oggi in prima linea in questa battaglia. Il loro impegno ci stimola a cercare orizzonti nuovi sul fronte della cura e a riaffermare che la salute chiama a raccolta tutta la collettività per uno sviluppo realmente sostenibile.
 
Siamo ora impegnati, innanzitutto, a rilanciare l’invito ai cittadini a stare a casa e a riorganizzare le nostre attività associative e dei nostri servizi, in modo da aiutare e sostenere la vita e i diritti delle persone e delle famiglie, affinchè non manchino a loro i servizi essenziali e si possano sentire garantiti nei propri diritti e tutele.
 
Per questo faremo uno sforzo ancora maggiore per aiutare da remoto i cittadini e per sostenere la stessa creatività delle persone e delle reti informali e familiari nell’essere correttamente informati e orientati e nel poter restare “vicini” proprio nel momento in cui dobbiamo stare lontani. Specie in considerazione del fatto che ormai la maggioranza degli anziani, ma non solo, nei grandi centri urbani, vivono soli e spesso senza un familiare nello stesso comune.
 
Anche per noi è uno sforzo notevole visto che anche i nostri circoli, le nostre associazioni, i nostri servizi e imprese sociali, e innanzitutto i nostri volontari e lavoratori sono fortemente messi a dura prova nella loro quotidianità e nella loro stabilità economica e sociale.
A partire da questo quadro della situazione ci preme fare alcune proposte e sottolineare alcuni aspetti.
 
Innanzitutto fare tutti gli sforzi, anche con nuove imposte eque e sulle grandi ricchezze, nonchè coinvolgendo prioritariamente l’Unione Europea, perchè non manchi l’adeguata assistenza sanitaria a nessuno. Il sostegno a chi eroicamente sta tenendo in piedi il Servizio Sanitario Nazionale deve essere tangibile e prioritaria.
 
Crediamo poi che il mondo del Terzo settore, a partire dal ruolo assunto dal Forum del Terzo settore, del quale siamo da sempre attivamente parte, debba essere pienamente accreditato al tavolo delle parti sociali affinchè questo nostro mondo possa portare, al pari di altri, il proprio indispensabile contributo, specie in un momento in cui il tema di fondo è la solidarietà e la tutela di chi è più fragile.
 
Vanno varate misure anche nei confronti di questo mondo in diverse direzioni:
  • Estendere a tutti gli ammortizzatori sociali, prevedendo Cassa integrazione in deroga anche alle realtà sotto i 5 dipendenti, agli enti di Terzo settore e agli enti non commerciali;
  • Prevedere il differimento di mutui, polizze, bollette;
  • Prevedere il differimento delle modifiche degli statuti previste dalla riforma del Terzo settore, dell’approvazione dei bilanci consuntivi, della rendicontazione del 5permille, delle altre rendicontazioni di progetti e attività che ora sono sospese;
  • Istituire per il Terzo settore un fondo di credito speciale a tasso zero o a tasso legale e nel merito della cassa integrazione in deroga, verificare come sostenere lo sforzo finanziario laddove l’obbligo di usufruire prima delle ferie pregresse comporti di fatto un pesante impegno finanziario, che può compromettere la tenuta di tanti enti nonchè di tante piccole imprese;
  • Varare un piano nazionale di emergenza per l'assistenza a domicilio, compresa la diffusione di sistemi di telemedicina e la garanzia di una cassa in deroga e kit di sicurezza anche alle colf che fanno assistenza familiare (impropriamente chiamate badanti). Se cessa l’assistenza familiare molti si riversano negli ospedali e così aumentano costi, sovraccarico del servizio e anche il contagio si moltiplica. Dire di stare a casa è fondamentale e urgente, ma poi a cominciare innanzitutto dalle persone più fragili bisogna garantire una organizzazione del welfare in questo senso, nella massima sicurezza e tutela per tutti.
Molto Terzo settore, come del resto gran parte della nostra economia, è fatta di piccole realtà spesso già nella normalità in difficoltà sull’accesso al credito e sulle strategie finanziarie.
Non è da escludere che si possa entrare in una fase anche più severa nelle quale arrivi a fermarsi il lavoro. Certo fermare o limitare gli spostamenti di oltre 20 milioni di persone può avere un effetto molto forte contro il contagio, ma perchè sia il più praticabile possibile e affinchè avvenga nel modo meno doloroso possibile serve la garanzia di un sostegno finanziario a costi bassissimi e la certezza di una forte solidarietà economica verso i lavoratori, le imprese e le organizzazioni non profit.
Anche a tal fine ci domandiamo se come la situazione consente poteri straordinari allo Stato e alle istituzioni, non si possa analogamente intervenire per garantire un piano che, solo per la straordinarietà del periodo garantisca a tutti un accesso al credito non oneroso.
 
Infine, ma non meno importante e prioritario, siamo determinati nel credere che questa emergenza e il richiamo ad una universale solidarietà sia tutt’uno con l’accogliere il grido di dolore e di giustizia che viene da tante persone, famiglie e bambini oggi abbandonati alle porte dell’Europa in fuga dalla guerra. Abbiamo su questo fatto proposte e sottoscritto appelli perchè si sblocchi una situazione indegna che limita a una minoranza di persone il soccorso umanitario e l’accoglienza.
 
Essere solidali ed essere umani sono imperativi che trovano forza e consistenza solo nella loro universalità, e, invece, muoiono quando diventano selettivi. La loro emergenza è la nostra emergenza! Siamo eguali nel chiamarci tutti ad esserci e a spenderci in tal senso, perchè da ogni emergenza si esce solo con il dovere della solidarietà. Se ci dimentichiamo degli altri ci sarà sempre qualcuno che si dimentica di noi. E ci sarà sempre qualcuno che è altro da noi. Saremmo un’umanità mutilata.
 
La solidarietà non va in quarantena, a maggior ragione quando la quarantena deve essere garantita nel modo migliore.

Noi questa umanità proviamo a praticarla da sempre. E per questo in queste ore il nostro ringraziamento va alle volontarie e ai volontari, alle e ai dirigenti, operatrici e operatori, lavoratrici e lavoratori delle Acli, del Caf, del Patronato, di Enaip, del Caa, delle cooperative e di altre imprese coinvolte nel nostro sistema, di tutte le associazioni specifiche: grazie di cuore. 
 
 
Lettera del Presidente nazionale Roberto Rossini 
 
 
Carissime e carissimi,
 
ciò che sta accadendo non ha precedenti nella memoria delle generazioni attualmente viventi, non ha storia. E' un contagio che provoca chiusura, paura, rabbia, isolamento e perfino morte. Molti di noi hanno vissuto periodi di emergenza. Sappiamo di averli superati tenendosi stretti, lavorando gomito a gomito, collaborando. Questa volta non è così: è un'emergenza che sconsiglia il contatto umano, che induce alla solitudine e fa diffidare dell'altro, vissuto come pericolo, da tenere ad una distanza regolata dalla legge. Dobbiamo stare distanti per lottare insieme contro un nemico che non si vede ma che fa sentire i suoi effetti, su di e sul nostro lavoro, sulle nostre aspettative e sul nostro futuro.

Ci rassicura che l'aver sempre sostenuto l'importanza strategica della sanità e del welfare si riveli ora un fatto decisivo: è proprio grazie alla difesa della sanità e del welfare che oggi potremo salvare le vite dei cittadini. Per questo dovremo ringraziare in particolare il personale che opera sul fronte sanitario, oggi in prima linea in questa battaglia.

Grazie anche a voi, cari volontari, dirigenti, operatori e lavoratori e lavoratrici delle Acli, del Caf, del Patronato, di Enaip, del Caa, di altre imprese del nostro sistema, di tutte le associazioni specifiche: grazie di cuore. Avete accettato il rischio di stare in mezzo a tutti, di non venir meno al vostro compito, di portare avanti il lavoro, perfino di immaginare come offrire un miglior servizio. Ora la situazione cambia ancora, siamo in un'ora particolarmente buia e occorre seguire con attenzione le disposizioni normative per proteggere la vita di tutti.
 
Non siamo in grado, per ora, di valutare le conseguenze operative di questo blocco. Per questo abbiamo formato un Gruppo di contatto che raccoglierà tutte le informazioni, coordinerà le competenze e le responsabilità, cercherà di definire e perseguire con volontà ogni strada per uscire da questa condizione, salvando il più possibile il nostro lavoro e le persone che lavorano. Noi non ci tiriamo indietro! Con i mezzi e le regole a nostra disposizione, cercheremo di non lasciare nessuno da solo. Anche noi siamo chiamati a fare la nostra parte. Lo faremo anzitutto da buoni cittadini, ossia rispettando le dure disposizioni che il Governo ha emanato, ma anche cercando di capire come essere concretamente utili nelle nostre comunità.

Sappiamo che questa situazione richiede – come ha scritto il Presidente della Repubblica - coinvolgimento, condivisione, concordia, unità di intenti nell’impegno per sconfiggere il virus. E' quello che chiediamo a tutti, è lo stile che serve per uscire quanto prima da questo pericolo. Abbiamo da poco iniziato una quaresima che si è trasformata in una sofferenza reale, in una quarantena della vita sociale e lavorativa che richiede anche la nostra preghiera e tutta la nostra intelligenza per capire come fronteggiare la situazione. Noi delle Acli ben sappiamo che la vita non è una cosa facile, è fatta dalle cose che accadono ma ancor di più dalle cose che decidiamo di fare quando le cose accadono.

Carissimi, l'Italia – la Repubblica che abbiamo anche noi contribuito a costruire - sta combattendo una battaglia difficile nella quale potremo usare ciò che abbiamo e ciò che siamo per fare la nostra parte. Noi – oggi riuniti in Direzione nazionale, attraverso i mezzi elettronici - vi pensiamo, vi siamo vicini e voi sentiteci vicino.

 

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