Contro le armi nucleari: Brescia ha risposto!

Domenica 7 febbraio 2021

Pubblichiamo il comunicato diffuso al termine della raccolta di adesioni per chiedere che anche l'Italia aderisca al trattato internzionale contro le armi nucleari. Il documento e le firme sono state consegnate in Broletto giovedì 11 febbraio. 

 

Brescia è la città di Paolo VI, ossia del Pontefice che con il 1° gennaio 1968 ha introdotto la Giornata Mondiale della Pace e che l’anno prima aveva istituito il Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace. Un Pontefice che il 4 ottobre 1965 alle Nazioni Unite aveva invitato i potenti della terra a lasciar cadere le armi dalle loro mani. Ebbene, proprio a Brescia, la terra di Paolo VI, si è realizzata questa iniziativa che si spera possa avere anche ulteriori sviluppi.

 

Con il 31 gennaio 2021, alla conclusione del Mese della Pace, abbiamo terminato la raccolta di adesioni al documento in cui si chiedeva la ratifica da parte del nostro Paese del Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari; l'eliminazione di tutte le armi nucleari dal territorio del nostro Paese; la sospensione dei lavori di ampliamento della base di Ghedi (BS) dove dovrebbero essere ospitati gli F35 in grado di trasportare i nuovi ordigni atomici.

 

L'iniziativa, nata con l'obiettivo di coinvolgere il più possibile il mondo cattolico bresciano, ha avuto risultati molto positivi. Il documento, che è stato proposto da 17 persone di diversa provenienza (quattro sacerdoti, due missionari, il decano dei giornalisti locali, la presidente uscente dell'Azione cattolica, due aclisti, un esponente del Movimento dei Focolari, una figura di spicco del volontariato bresciano, alcuni componenti di Pax Christi), è stato sottoscritto dalle Acli provinciali e da 56 circoli locali delle Acli, dall’Azione Cattolica diocesana e da diversi gruppi parrocchiali di AC, dalla Cooperativa cattolico-democratica di Cultura, dal Movimento dei Focolari, da Pax Christi, dalle Comunità missionarie dei saveriani e dei comboniani, da altri gruppi missionari locali, dalla S. Vincenzo, dagli Scout, da diversi gruppi della Caritas, dalle suore Mariste, dalle suore canossiane, dalle suore Paoline, da Noi Siamo Chiesa, da Mani Tese, dalla rete Radié Resch e da altre realtà locali; poi da diverse decine di parrocchie e di Unità Pastorali, da una quarantina di sacerdoti a titolo personale; poi ancora da esponenti del mondo universitario, della società civile, del volontariato.

 

Inizialmente non pensavamo di raccogliere adesioni singole e volevamo privilegiare solamente l'associazionismo, ma poi spontaneamente ne sono giunte a centinaia. Come pure molti, sia singoli che associazioni, hanno chiesto da altre province di poter sottoscrivere il documento.

 

Alla vigilia dell'entrata in vigore del Trattato Onu (22 gennaio 2021) è arrivato anche un documento del vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, che sottoscriveva la richiesta al Governo e al Parlamento italiano di ratificare il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari e invitava "gli artigiani della pace" a continuare con coraggio nella loro attività.

 

Un documento di piena condivisione dell'iniziativa è giunto anche da mons. Domenico Sigalini, di Dello (BS), vescovo emerito di Palestrina, assistente nazionale dell'Azione cattolica italiana dal 2007 al 2014, organizzatore con Giovanni Paolo II delle Giornate Mondiali della Gioventù.

 

Consegneremo il nostro documento, con in calce tutte le adesioni, associative e singole, ai parlamentari bresciani, al Sindaco di Brescia e al Presidente del Consiglio Comunale di Brescia, al Presidente della Provincia di Brescia, al Sindaco di Collebeato come rappresentante dei 54 Sindaci bresciani che hanno aderito alla campagna "Italia Ripensaci", al Prefetto, al sindaco di Ghedi: ad ognuno chiederemo di attivarsi, nella parte di propria competenza, per il perseguimento degli obiettivi indicati nel documento.

 

Copia del documento con tutte le adesioni verrà consegnata anche al vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, cui chiederemo di far sentire la sua voce affinché la Conferenza Episcopale Italiana si esprima in modo chiaro e netto nella richiesta al Governo e al Parlamento del nostro Paese di ratificare il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari.

 

Questa nostra esperienza, nel suo piccolo, intende indicare una strada, quella del maggiore coinvolgimento possibile. Se in tutte le diocesi ciò venisse fatto e poi se anche a livello nazionale l'associazionismo si facesse sentire su questo tema in modo chiaro e unitario, la politica non potrebbe certo far finta di niente.

 

I ripetuti interventi di papa Francesco sono un invito a percorrere con coraggio questa strada, andando oltre il protagonismo individuale, al fine di rendere possibile il raggiungimento di determinati obiettivi. La voce alta e forte del mondo cattolico, in tutte le sue varie espressioni e componenti, unitamente a quella della società civile e di altre confessioni religiose, che da tempo in forma sempre più diffusa chiedono al nostro Paese la ratifica del Trattato Onu, può riuscire a orientare la politica sulle strade della pace e del disarmo nucleare.

 

“L’eliminazione totale delle armi nucleari diventa sia una sfida sia un imperativo morale e umanitario” (papa Francesco in “Fratelli tutti”).

 

 

Don Alfredo Scaratti, Andrea Franchini, Angelo Onger, Anna Scalori, Anselmo Palini, Dante Mantovani, don Fabio Corazzina, don Gabriele Scalmana, Giorgio Zubani, padre Girolamo Miante, Giuliana Sberna, Luigi Manfè, padre Mario Menin, Mauro Scaroni, Rosalba Panaro, don Umberto Dell’Aversana, Urbano Gerola.

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