Ricordare la strage di Piazza Loggia

Giovedì 28 maggio 2020 dalle ore 10:09

Anche quest'anno una delegazione delle Acli bresciane sarà in piazza Loggia durante la cerimonia ufficiale per ricordare la strage fascista del 1974. 

 

La cerimonia sarà ad accesso limitato e potranno partecipare solo 3 persone per ognuna delle delegazioni autorizzate. 

 

Come Acli abbiamo voluto dare un contributo al percorso della memoria di questo evento così drammatico per la nostra città, collaborando nella realizzazione e stampa del libro "Le campane della città", un inbook, tradotto in simboli, da leggere insieme, un input per l'interazione, per l'inclusione, per l'integrazione.

 

Il testo, scritto e pensato per i bambini della scuola primaria, nasce con lo scopo di fare conoscere questo pezzo molto triste della storia della nostra città ai più piccoli.


Un racconto semplice, quotidiano, ma dalla forte carica emotiva. Con un messaggio importante: non dimenticare.

 

Il libro è stato realizzato da Alessandra Spreafico, l'aclista Francesca Drogo e da Simone Pastore. Per scaricarlo cliccate qui.  

 

 

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ALZATI, CITTADINO BRESCIANO

28 MAGGIO 2020
46° anniversario della strage di Piazza della Loggia.

Un anno dopo, il 28 maggio 1975, poche settimane prima di essere eletto Sindaco di Brescia, Cesare Trebeschi pubblicò questo brano poetico sul periodico della DC bresciana “Il Cittadino”.


Alzati cittadino bresciano
Non portare più fiori, cittadino bresciano e del mondo,
a questa piazza indicata: è tua la colpa della strage di maggio e delle altre che giorno dopo giorno son venute e verranno. Non cercare un capro espiatorio nei cupi recinti che separano la tua città da chi ha sbagliato una volta o dai malati di mente.
“Non c’è nulla da fare”: è questo tuo disimpegno, questa tua finestra, la prima spiaggia per la marea di violenza.


Non cercare la colpa negli altri come la gioia nelle cose lontane: la colpa è soltanto tua, delle tue mani inerti,
dei tuoi occhi che non vogliono guardare, delle tue orecchie che non vogliono sentire, del tuo sapere e non operare,
di questi tuoi fiori muti che non danno voce alla Loro parola.


La colpa è nella tua casa, nel tuo orto, nel tuo giardino, nel tuo lavorare solo per te, nel tuo camminare da solo, nella tua torre d’avorio, nella sterilità del tuo credere, nella infecondità di lacrime che il tuo cuore raggela,
nel tuo bramare una pace soltanto tua, nel tuo pretendere giustizia soltanto per te o per i tuoi, nella tua libertà dalla fame
degli altri, nella tua libertà di pensare, di pregare,
di amare tu solo.


Alzati, cittadino bresciano e del mondo: e da tante mani
ormai piene di terra per colpa tua, raccogli le pietre insanguinate per costruire la nostra città.

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