Manovra: il parlamento può renderla più equa

Lunedì 5 dicembre 2011

Una manovra «durissima e necessaria, che può e deve essere resa più equa dallo sforzo congiunto delle forze politiche responsabili in Parlamento». E’ il commento delle Acli di Brescia al decreto “Salva Italia” presentato ieri in conferenza stampa dal presidente del Consiglio Mario Monti.

Secondo il presidente delle Acli bresciane, Roberto Rossini, «non mancano elementi positivi nella manovra, a partire dalla chiarezza con la quale ci si rivolge all’Europa, mostrando il senso di responsabilità di un Paese che vuol fare la sua parte fino in fondo. Bene anche le misure a favore della crescita, come la completa deducibilità dell’Irap sul costo del lavoro. Più coraggio è necessario sulla lotta all’evasione e sul capitolo costi della politica».

La parte più critica riguarda i sacrifici richiesti ai pensionati e alle famiglie. Per Rossini, «bisogna dare atto al governo di aver cercato di rispettare in qualche modo i principi di equità e di progressività nell’attribuzione dei “sacrifici”: dal blocco della rivalutazione delle pensioni solo oltre i 935 euro alla detrazione di 200 euro per l’imposta sulla prima casa; dal prelievo dell’1,5% sui capitali “scudati” all’imposta di bollo sui titoli bancari».

«In particolare – sottolinea il presidente delle Acli – non bisogna trascurare il fatto che l’aumento del 2% dell’Iva, certamente oneroso in termini di potere d’acquisto, interviene come clausola di salvaguardia in cambio della riduzione automatica delle deduzioni e detrazioni fiscali familiari, sciaguratamente prevista dalla manovra precedente per coprire i tagli all’assistenza».

«Certamente sulla strada dell’equità si deve fare di più – continua Rossini –. Ed il Parlamento può fare ora la sua parte per correggere e migliorare alcuni aspetti della manovra. La bandiera dell’equità non ha colore politico. Sul piano fiscale, ad esempio, appare particolarmente irragionevole e inaccettabile l’opposizione manifestata da alcuni verso l’introduzione di una robusta patrimoniale, che potrebbe invece riequilibrare secondo giustizia il peso della manovra». Similmente, si potrebbe «rimodulare la nuova tassa sulla casa considerando, a parità di gettito, il reddito familiare e il numero di figli».

Le Acli propongono quindi di inserire una norma che consenta lo sgravio fino a 5000 euro l’anno per le spese sostenute dalla famiglie per la manutenzione dell’immobile di proprietà abitato dal contribuente. In modo da attivare un circuito virtuoso, aumentando il gettito Iva e Irpef dei percettori, consentendo al tempo stesso uno sgravio fiscale per le famiglie».

Sul piano delle pensioni, conclude Rossini, «si può lavorare per una maggiore gradualità nei gradini di innalzamento dell’età pensionistica, ma soprattutto si deve garantire la copertura degli ammortizzatori sociali per quei lavoratori over 55 che perdono il lavoro e che in virtù delle norme appena approvate rimarrebbero per troppo tempo privi di reddito».

X

Cosa stai cercando?