Le Acli: la chiusura di Maroni ai migranti non aiuta l’Italia

Mercoledì 10 giugno 2015
«Le incoerenze ed i comportamenti ondivaghi, le contrapposizioni ideologiche e diseducative, di chiaro stampo elettoralistico, non concorrono a sostenere gli sforzi politico-diplomatici tesi ad affrontare nel modo migliore e pacifico, il grave problema delle migrazioni». Le Acli bresciane condividono la posizione delle Acli nazionali in merito alle irresponsabili dichiarazioni dell'on. Roberto Maroni, presidente della regione Lombardia, già ministro degli interni e del welfare, esponente di primo piano della Lega, sulla chiusura all'accoglienza dei migranti.
 
«Di fronte a questa inaudita emergenza umanitaria si deve giungere in Europa ad una maggiore condivisione dell'accoglienza e non possono tirarsi indietro proprio quei Paesi che hanno responsabilità dirette sulle cause che costringono centinaia di migliaia di profughi a fuggire, per come questi Stati hanno agito in Libia o per come agiscono sulla situazione della Siria. Se poi questo atteggiamento di chiusura verso profughi e rifugiati viene rafforzato da iniziative improvvide come quella del presidente Maroni, e degli altri presidenti di regione che lo seguono, questo non aiuta l'Italia ed il governo a portare gli altri Paesi europei su posizioni di maggiore solidarietà».
 
Forse prima ancora di solidarietà dovremmo parlare di giustizia, visto che stiamo assistendo al tentativo da parte del mondo “ricco” di chiudere la porta ai poveri del mondo che chiedono di avere un po’ delle briciole che cadono dal nostro tavolo. Ci sentiamo di condividere pienamente la posizione della Diocesi di Brescia in merito a questa vicenda. In particolare ci uniamo all’appello lanciato alle comunità cristiane: “il cristiano non può giustificare chi difende la propria ricchezza, lasciando che gli altri muoiano”.
 
Le minacce del Presidente Maroni sono assurde e infondate da molti punti di vista. Sottolineiamo la gravità del fatto che si vogliano utilizzare risorse economiche pubbliche per fare attività puramente propagandistica, anche interna al proprio movimento politico.
 
 
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