Una fine d’anno solidale nel campo di volontariato in Albania

Giovedì 19 dicembre 2013

Da “Il Giornale di Brescia” di giovedì 19 dicembre 2013

Una fine d’anno solidale nel campo di volontariato in Albania

Le terre balcaniche geograficamente così vicine, ci sono distanti per storia, anche recente, tradizioni, cultura. Hanno rappresentato negli ultimi tre decenni una frontiera, pericolosa ma valicabile, per il volontariato, per gli operatori di pace per le tante organizzazioni non governative che hanno fatto la spola tra Sarajevo, Belgrado, Mostar e Tirana, mentre invece molti in Europa e nel mondo fingevano di non sapere ciò che stava accedendo. Ora, sull’onda di quelle esperienze e di nuovi bisogni, in primis quello di crescere la prima generazione nata dopo i bombardamenti, continuano le attività di tante organizzazioni sociali.
L’Ipsia - l’organizzazione non governativa promossa dalle Acli per trasformare in iniziative di cooperazione internazionale esperienze e valori di associazionismo popolare - organizza un campo di volontariato in Albania per il periodo invernale. «I volontari italiani - spiegano gli organizzatori - vivranno questa esperienza insieme ad altrettanti volontari albanesi dell’associazione I Care, che collabora con Ipsia da tempo. I volontari si recheranno in Albania in aereo dal 26 dicembre 2013 al 6 gennaio 2014 e dopo una prima giornata di formazione in loco per amalgamare al meglio il gruppo, prenderanno il via le attività in due realtà specifiche: nella parrocchia di Rragam e nel campo rom di Scutari. Prima della partenza è previsto un incontro per conoscere le realtà nella quali si realizzerà il campo» (ci sono ancora alcuni posti disponibili, per informazioni scrivere a terre.liberta@acli.it o telefonare al numero 02.7723227). Questo campo rientra nel progetto «Terre e Libertà», una proposta di volontariato internazionale
basata sull’idea di un’esperienza di vita comunitaria e di azione volontaria che unisce persone di diversa provenienza, estrazione, cultura e religione. L’animazione rivolta a bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni rimane l’attività principale e permette di abbattere barriere linguistiche e culturali e condividere momenti di gioco e creatività con bambini spesso abbandonati a se stessi. «Questa proposta - spiegano ancora gli organizzatori - è adatta a tutti coloro che desiderano approfondire le tematiche del conflitto, dello sviluppo e della cooperazione e vivere una prima e breve esperienza in uno dei Paesi in cui Ipsia è presente. Si rivolge in modo particolare a giovani interessati a sperimentarsi, a cambiare, a conoscere realtà diverse e ad impegnarsi».

Nicola Migliorati
 

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