L’uomo al centro per affrontare le sfide del lavoro del futuro

Giovedì 27 aprile 2017

Il lavoro solidale. Ogni giorno voi incontrate persone che hanno perso il lavoro o in cerca di occupazione. E prendono quello che capita. […] Quante persone in cerca di occupazione, persone che vogliono portare a casa il pane: non solo mangiare, ma portare da mangiare, questa è la dignità. Il pane per la loro famiglia. A queste persone bisogna dare una risposta. In primo luogo, è doveroso offrire la propria vicinanza, la propria solidarietà. I tanti “circoli” delle Acli […] possono essere luoghi di accoglienza e di incontro. Ma poi bisogna anche dare strumenti e opportunità adeguate. È necessario l’impegno della vostra Associazione e dei vostri Servizi per contribuire a offrire queste opportunità di lavoro e di nuovi percorsi di impegno e di professionalità.

(dal discorso di Papa Francesco alle Acli, sabato 23 maggio 2015)
 

 
Dedichiamo la festa dei lavoratori di quest’anno a tutti i collaboratori delle Acli, ai dipendenti, ai promotori sociali, ai volontari, ai dirigenti che ogni giorno, nei nostri circoli, nei recapiti e nelle nostre sedi, sostengono lavoratori, disoccupati, pensionati per renderli meno soli e più forti
 

In questi mesi abbiamo imparato a familiarizzare con il concetto di “Industria 4.0”, che definisce la quarta rivoluzione industriale, quella digitale. Tale processo determinerà un cambiamento epocale che porterà profonde trasformazioni e riguarderà la società in tutte le sue componenti (etica, sociale, culturale e occupazionale…) con ricadute sulla popolazione che portano a declinare più correttamente il tema in “Era 4.0”.
 
L’industria e il mondo del lavoro saranno i protagonisti di questo processo. Nessuno oggi è in grado di stimare quanti posti di lavoro si perderanno e quanti, invece, saranno quelli generati da questa rivoluzione; secondo alcuni, come avvenuto per le precedenti tre rivoluzioni industriali - che, considerando tutto il loro ciclo, hanno creato più posti di lavoro di quanti ne abbiano distrutti - il saldo occupazionale sarà positivo. Tuttavia si teme che, in avvio di questo processo, l’impatto sarà molto forte, con la perdita di milioni di posti di lavoro e pesanti ricadute a livello sociale.
 
A questo appuntamento il mondo del lavoro italiano rischia di arrivare con un fardello di problematiche pregresse mai risolte, come l’elevata disoccupazione giovanile. Gli ultimi dati la danno in discesa, al 35,2%, ma il dato va correttamente accostato all’aumento degli inattivi (coloro che hanno smesso di cercare lavoro). A ciò si somma un fronte delle politiche attive del lavoro gravemente insufficiente.
 
Il nostro Paese appare quindi oggi sollecitato da due diverse spinte: da una parte la difesa dei diritti (residui) - ai quali per altro i giovani appaiono quasi disinteressati, preoccupati dall’urgenza di trovare un lavoro, quasi a qualunque costo - dall’altra l’azione propulsiva dell’innovazione. Queste due forze potranno positivamente sommarsi solo andando nella stessa direzione, ovvero solo se il lavoro del futuro metterà al centro l’uomo, come indicato da Papa Francesco. In caso contrario diventeranno fertile campo retorico per chi vorrà contrappore il vecchio al nuovo, difendendo aprioristicamente l’uno o l’altro.
 
In questo scenario - nel quale sono presenti anche la Chiesa italiana, che dedicherà al lavoro la Settimana sociale dei cattolici, prevista in ottobre a Cagliari e le Acli Nazionali, che discuteranno di lavoro nel 50° Incontro Nazionale di Studi che si terrà in settembre a Napoli  - i nostri circoli, i nostri servizi, le nostre sedi, quotidianamente ricevono, ascoltano, sostengono, aiutano lavoratori, disoccupati, pensionati, persone. La nostra azione sociale - tecnica e associativa - continuerà nell’analisi, nell’approfondimento e nello studio dei nuovi e complessi scenari che ci si pongono davanti, al fine di sensibilizzare, fare cultura, informazione e formazione. E soprattutto al fine accompagnare quanti incrociamo ogni giorno, convinti che, come diceva don Milani, “Il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica”.
 
 
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