Lampedusa: una tragedia che pone tutti di fronte alle proprie responsabilità

Venerdì 4 ottobre 2013
"L'ecatombe di migranti al largo di Lampedusa in seguito all'incendio del barcone che li trasportava, pone in termini perentori ed inderogabili ognuno di fronte alla proprie responsabilità”. Il presidente provinciale delle Acli Roberto Rossini fa sue le parole del presidente nazionale Gianni Bottalico. “Si tratta di una intollerabile vergogna: ci uniamo al Pontefice nel chiedere l'intervento della Comunità internazionale per affrontare le cause della tratta di esseri umani. Si deve agire sia sulle cause che costringono alla fuga dai loro Paesi masse di poveri, perseguitati, profughi di guerra, che su un maggiore pattugliamento delle coste meridionali dell'Europa per stroncare il traffico di esseri umani e per prevenire il ripetersi di simili tragedie.
 
“Ci indigna profondamente – prosegue Roberto Rossini – il tentativo di strumentalizzare queste morti innocenti da parte di alcuni esponenti politici. Piuttosto è urgente una riflessione sulla responsabilità che la legge Bossi-Fini ha sulle migliaia di morti che riposano nel Mediterraneo. Un paese civile non può assolutamente considerare un reato il comportamento di chi cerca di salvare degli esseri umani in pericolo di vita. Si tratta di un’aberrazione che ha causato indirettamente migliaia di vittime innocenti, e che va cambiata con estrema urgenza”.
 
Dedichiamo – conclude la nota delle Acli – la giornata di oggi, San Francesco, patrono d'Italia, al ricordo di queste e di tutte le vittime dell'immigrazione e alla sensibilizzazione delle coscienze dei cittadini e dei rappresentanti delle istituzioni perché mai più nessuno debba morire per il solo fatto di cercare scampo dagli orrori della guerra, della miseria, della fame”.
 
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