Immigrazione, un problema da affrontare con umanità ed equilibrio, non con proclami

Martedì 10 luglio 2018

Ogni giorno siamo impegnati, con operatori e volontari, a promuovere coesione sociale in un Paese che, nonostante i 5 milioni di cittadini in condizioni di povertà assoluta, ha avuto la generosità di accogliere in questi anni centinaia di migliaia di richiedenti asilo. In provincia di Brescia, in particolare, riscontriamo la solidarietà di comunità civili ed ecclesiali, organizzazioni, cittadini che hanno vissuto l’emergenza profughi con senso di responsabilità. Questo vediamo: tanta responsabilità e solidarietà, pur tra le contraddizioni della nostra società ed un senso crescente di paure provocato da una poco razionale percezione di insicurezza. L’esodo epocale di popolazioni verso l’Europa, soprattutto provenienti dal continente africano, pone problemi complessi che richiedono equilibrio e capacità di governo, contemperanti il dovere costituzionale dell’accoglienza del profugo con le reali capacità di integrazione dei nostri territori. Tali problematiche si affrontano coltivando una cultura dell’apertura al “diverso” e dell’integrazione responsabile, non con la demagogia e con proclami mediatici che fomentano una mentalità di contrasto pregiudiziale all’altro, con il rischio di tradursi in comportamenti di intolleranza e di violenza.

Esprimiamo preoccupazione e sconcerto per i toni ed i contenuti delle ormai quotidiane dichiarazioni e azioni da parte di rappresentanti del Governo italiano, così come dell’atteggiamento di alcuni Governi europei, in merito alle tematiche relative ai temi delle migrazioni e dell’accoglienza. Il Governo, in particolare il Ministro degli Interni, ha il ruolo fondamentale di garantire sicurezza e coesione sociale. Nello stigmatizzare ogni atteggiamento che denigri in maniera generalizzata le organizzazioni che operano il soccorso e l’accoglienza dei profughi o che addirittura fomentano odio razziale, chiediamo al Governo di impegnarsi fattivamente per ridurre i tempi delle pratiche per la definizione dello stato di rifugiato, sostenendo le organizzazioni e le comunità che operano per una positiva integrazione di immigrati e rifugiati e perseguendo, invece, coloro che lucrano sull’accoglienza.
Se è giusto e doveroso chiedere con forza all’Europa la condivisione degli oneri, non solo finanziari, dell’accoglienza, crediamo sia altrettanto giusto e doveroso che l’Italia non venga meno al dovere di manifestare concreta solidarietà a chi fugge da guerre, violenze e fame. Non è più procrastinabile, inoltre, un impegno delle forze di Governo per una forte iniziativa davanti all’ONU che ponga in atto un piano internazionale straordinario finalizzato a dare soluzione pacifica ai tanti conflitti aperti nel continente africano e a creare le condizioni per un suo sostenibile ed equo sviluppo economico e sociale.
Confermiamo il nostro quotidiano impegno: per un’accoglienza che offra a migranti e rifugiati la possibilità di ingressi sicuri e legali; per una protezione che garantisca diritti e dignità a migranti e rifugiati in quanto persone umane, che riconosca la cittadinanza ai figli dei migranti al momento della nascita sul territorio italiano; per la promozione di condizioni che favoriscano la piena realizzazione dei migranti e rifugiati così come delle comunità che li accolgono; per un’integrazione che possa diventare opportunità di arricchimento interculturale. In questa prospettiva, l’impegno prioritario delle nostre organizzazioni resta quello di promuovere, a partire dai propri associati, incontri pubblici finalizzati a favorire la diffusione di una cultura dell’accoglienza e dell’incontro, che aiuti a superare pregiudizi, paure e diffidenze nei confronti del “diverso”, con la fiducia nel capitale sociale, per cercare di dare risposte adeguate alle paure, alle solitudini, alle legittime preoccupazioni.
Invitiamo tutte le forze politiche ad un atteggiamento di ascolto attivo dei bisogni dei cittadini, offrendo percorsi e soluzioni che sappiano coniugare esigenza di protezione e spirito di solidarietà, abbandonando l’utilizzo strumentale delle paure per costruire condizioni di pace sociale, sicurezza e integrazione nella legalità.
 
Il documento è stato sottoscritto da Acli, Confcooperative, Mcl, Uisp, Legacoop, Associazione intessere, Forum del Terzo Settore, San Vincenzo De Paoli, Anffas, Cgil Brescia e Cisl Brescia
 

 

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